di Giuseppe Bellissimo – La politica italiana e non solo, ha avuto l’assurda presunzione di aver risolto l’enorme problema dell’analfabetismo grazie all’aumento del benessere comune degli anni ‘60/’90 e alla scuola dell’obbligo.
Purtroppo le cose non sono affatto cosi e fino agli studi del prof. Tullio De Mauro, già ministro dell’istruzione del governo Amato (2000-2001), questa gravosa situazione era stata sepolta sotto l’immenso tappeto impolverato della politica populista che da molti anni guida il nostro paese.
L’analfabetismo strumentale, ai tempi dell’unità italiana, si poteva quantificare nel 78% dei cittadini del nuovo regno, con picchi massimi del 90% in Sicilia e Calabria e minimi del 57% in Piemonte (già questo dato dovrebbe far pensare alle differenze che si possono fare con un popolo consapevole). Oggi, gli studi fatti dal prof. De Mauro tra il 1999 e il 2008, non fanno certo ben sperare.
I dati rilevati sono nella fascia di età 14-65 anni:
“un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona incomprensibile”
“gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”.
Fino all’avvento dell’Associazione politica “Epistocrazia” del 2019 queste tematiche erano state ignobilmente celate e totalmente ignorate dalle istituzioni e dall’informazione, alla stregua di argomenti da Servizi Segreti.
Nel frattempo la problematica continua ad ingrandirsi come rilevato dell’OCSE nell’ottobre del 2022.
Sono in crescita i NEET, ragazzi tra i 18 e 24 anni, che non svolgono alcun tipo di attività (formazione, istruzione, lavoro) che indubbiamente andranno a rafforzare le schiere degli analfabeti funzionali nei prossimi anni.
Il problema va affrontato al più presto ed “Epistocrazia”, con la sua visione illuminata, si pone come l’unico spiraglio politico nella massa del populismo che continua a far finta di nulla, ribadendo ancora una volta il concetto che ci rendiamo conto dei problemi solo dopo aver picchiato molto forte contro il muro della triste realtà.
Dovremmo saltare in piedi quando ci diranno “abbiamo problemi più importanti”, questo è IL problema e assumerà dimensioni sempre più ingenti ad ogni giorno che lo metteremo ancora sotto quell’immenso e polveroso tappeto.
Associazione Epistocrazia, www.epistocrazia.it
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