di Stefania Piazzo – Ma la domanda sorge spontanea: lo avrebbero fatto senza l”ondata di politicamente corretto arrivata come uno tsunami dagli Usa in Europa e che porta a demonizzare qualsiasi riferimento letterale, artistico, toponomastico, al colore nero?
Detto questo, gli Uffizi di Firenze seguono l’onda e inaugurano la mostra Black Presence. Il percorso propone opere dove la presenza di soggetti di colore scuro della pelle sono protagonisti in pregevoli dipinti. Un omaggio agli elementi artistici della “cultura nera disseminati nella collezione degli Uffizi“, si legge in Arte.it.
L’arte è arte, deve avere per forza un colore? O non è in ossequio al processo di revisione del linguaggio, dai dolci alle strade alle statue, ai nomi dei rifugi dal tetto scuro che i custodi dell’arte nel mondo, simbolo del Rinascimento che ha cambiato la storia, si sentono in obbligo di porgere le loro scuse se l’arte fiorentina è quella che è, semplicemente fiorentina?
Photo by Matteo Lezzi
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