Ci sono eventi che la storia lascia come riflessione per il futuro. Il 6 maggio del 1527 ci fu il sacco di Roma. Le truppe di mercenari composte dai lanzichenecchi, al soldo dell’esercito del Sacro Romano impero germanico, scesero in Italia e saccheggiarono appunto Roma. Erano in Italia per combattere contro le truppe della Francia, alleata del Papa.
C’è chi indica in questo crinale della storia l’inizio del declino simbolico dell’Italia, in balia di mani straniere, di eserciti pronti ad occuparla e metterla a fuoco e fiamme.
La Chiesa potè poco in quegli anni, presa nel contrastare l’ondata riformatrice della riforma luterana.
Poi, quando si dice, le coincidenze tragiche della storia. Si legge sul bilancio del sacco: 20mila civili uccisi, 30mila morirono di peste, portata dai mercenari tedeschi…
Alla fine, Francia e Germania avevano “in mano” le sorti dell’Italia. Mentre un paese disorientato, in caduta libera, con il potere assediato dalla riforma che moralizzava i costumi e la società, 500 anni fa metteva le basi per il suo futuro.
Per approfondire i dettagli: http://www.treccani.it/enciclopedia/sacco-di-roma_%28Dizionario-di-Storia%29/
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