Categorie: Cronaca

Terremoto. 5mila morti tra Turchia e Siria, una catastrofe senza fine

“Finora, abbiamo mobilitato 27 squadre di ricerca e soccorso e mediche da 19 Paesi europei tramite il meccanismo europeo di Protezione civile per sostenere l’Ucraina in seguito al terremoto. In totale sono oltre 1.150 soccorritori e 70 cani“. Lo scrive in un tweet il commissario europeo per la Gestione delle emergenze, Janez Lenarcic.

Sono quasi cinquemila le persone che hanno perso la vita in TURCHIA e in Siria a causa del terremoto che ha colpito i due Paesi. Lo riferiscono le autorità sanitarie locali aggiornano a 4.983 morti il bilancio delle vittime. Solo nel sud della TURCHIA sono 3.381 i decessi, mentre almeno 812 morti sono stati confermati nelle zone della Siria controllate dal regime di Damasco. L’agenzia di stampa Sana aggiunge che almeno 1.449 persone sono rimaste ferite nelle province di Aleppo, Latakia, Hama, Idlib e Tartous. E’ invece salito a 790 morti il bilancio del terremoto nelle zone della Siria nordoccidentale che sono sotto il controllo dell’opposizione, come spiegano i Caschi Bianchi.

“Sappiamo tutti che questi numeri continueranno ad aumentare con l’evolversi della situazione. Naturalmente, ciò che questi numeri non ci dicono è il dolore e la perdita che stanno vivendo le famiglie in questo momento”. Famiglie che “hanno perso una madre, un padre, una figlia, un figlio sotto le macerie, o che non sanno se i loro cari sono vivi o morti. Ora è una corsa contro il tempo. Ogni minuto, ogni ora che passa, le possibilità di trovare sopravvissuti vivi diminuiscono”.

A tracciare il quadro è stato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, intervenendo alla riunione dell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra. “I numeri non ci parlano della situazione di pericolo che ora affrontano molte famiglie, avendo perso tutto, costrette a dormire fuori in pieno inverno”, continua il Dg elencando le difficoltà che si stanno presentando e che andranno affrontate: “Continue scosse di assestamento, rigide condizioni invernali, danni a strade, alimentatori, comunicazioni e altre infrastrutture continuano a ostacolare l’accesso e altri sforzi di ricerca e soccorso”. E “siamo particolarmente preoccupati per le aree di cui non disponiamo ancora di informazioni. La mappatura dei danni è in corso, per capire dove dobbiamo focalizzare la nostra attenzione”.

Nella foto: atterrato a Incirlik alle ore 5.55 il C130 della nostra Aeronautica Militare. Il team di protezione civile composto da esperti del Dipartimento, squadre specializzate in ricerca e soccorso di Vigili del Fuoco e sanitari delle maxiemergenze è pronto a operare in aiuto della popolazione.

Stefania Piazzo

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