di Gigi Cabrino- ll noto blogger nazionalista e corrispondente di guerra russo, Vladlen Tatarsky, è rimasto ucciso nell’esplosione in un bar caffè a San Pietroburgo, vicino all’Università.
L’agenzia Tass, come riprende Ansa, precisa che l’esplosione è stata causata da oltre 200 grammi di Tnt e che i feriti sono 15.
Il ministero dell’Interno russo ha confermato la morte del blogger e “corrispondente di guerra” Vladlen Tatarsky nell’esplosione nel caffè nel centro di San Pietroburgo. Lo riferisce la Tass. “Alle 18.13 del 2 aprile 2023, la polizia ha ricevuto un’informazione in merito a un’esplosione sull’argine di Universitetsjaya. Come risultato, una persona è morta. Era il corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky. Sedici persone sono rimaste ferite”, ha detto il servizio stampa del ministero alla Tass.
Il media ucraino Ukrainska Pravda scrive che “nel centro di San Pietroburgo, è avvenuta un’esplosione in un bar-caffè che apparteneva a Yevgeny Prigozhin”, causando la morte del noto blogger nazionalista russo Vladlen Tatarsky”. Yevgeny Prigozhin è il capo della milizia privata russa Wagner.
“Probabilmente” sarebbe stata “una ragazza” a portare l’ordigno che ha ucciso il blogger ultranazionalista russo Vladlen Tatarsky, in un caffè di San Pietroburgo. Lo ha reso noto una fonte citata dall’agenzia russa Ria Novosti. “C’era una statuetta nella scatola: un regalo destinato al signor Tatarsky”, ha aggiunto la stessa fonte. Secondo i primi elementi comunicati, sempre a quanto si apprende da Ansa, “alle 18:13 locali, la polizia del distretto di Vasileostrovskiï ha ricevuto informazioni su un’esplosione in un caffè sull’argine Universitetskaïa, al numero 25”. Secondo i dettagli forniti alla Tass dalla procura locale, l’esplosione è avvenuta nel caffè “Street Food Bar No. 1” situato lungo la Neva, non lontano dal centro storico di San Pietroburgo. Il gruppo Cyber ;;Front Z, che sui social si autodefinisce “i soldati dell’informazione russa”, ha dichiarato di aver affittato il caffè per la serata. “C’è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate”, ha detto il gruppo su Telegram. Il procuratore di San Pietroburgo Viktor Melnik si è recato sul posto, ha riferito l’agenzia di stampa Tass, aggiungendo che “è stata avviata un’indagine”.
Foto di iam_os
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