Praticamente un disastro, un Paese spaccato, diviso tra chi ha e chi ha sempre meno. Meno lavoro, più violenza e più burocrazia. Una fotografia di povertà umana, culturale, di declino.
Nella seconda rilevazione Caritas dal 3 al 23 giugno esce questo: impennata di disoccupazione e ricorso all’usura. Preoccupano anche i dati legati all’aumento delle violenze domestiche e alla corsa al gioco d’azzardo e alle scommesse.
E’ il 95,9% delle Caritas a segnalare un aumento dei problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, mentre difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia/rinvio di cure e assistenza sanitaria sono problemi evidenziati da oltre la metà delle Caritas.
Il monitoraggio parla di un aumento dei problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, mentre difficoltà nel pagamento di affitto
o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia/rinvio di cure e assistenza sanitaria.
In particolare chi ha chiesto aiuto rientra in questa tipologia: disoccupati in cerca di nuova occupazione, persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, lavoratori precari/saltuari che non godono di ammortizzatori sociali, lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/cassa integrazione in deroga, lavoratori autonomi/stagionali in attesa del bonus 600/800 euro, pensionati, inoccupati in cerca di prima occupazione, persone con impiego irregolare, casalinghe.
Ma ecco che spicca nel quadro del disagio la burocrazia: lo Stato.
Ciò che viene infatti manifestato come fonte di primaria difficoltà nel risolvere i problemi di sopravvivenza sono i problemi burocratici/amministrativi, accanto alle difficoltà delle persone in situazione di disabilità/handicap. Poi c’è la diffusione dell’usura e dell’indebitamento, ci sono i casi silenziosi di violenza/maltrattamenti in famiglia, la diffusione del gioco d’azzardo/scommesse.
Nota dolente: tra operatori e volontari sono stati 179 quelli positivi al Covid-19, di cui 95 ricoverati e 20 purtroppo deceduti.
Le persone che da marzo a maggio hanno ricevuto un aiuto risultano quasi 450.000, di cui il 61,6% italiane. Di queste il 34% sono “nuovi poveri”, cioè persone che per la prima volta si sono rivolte alla Caritas. 92.000 famiglie in difficoltà hanno avuto accesso a fondi diocesani, oltre 3.000 famiglie hanno usufruito di attività di supporto per la didattica a
distanza e lo smart working, 537 piccole imprese hanno ricevuto un sostegno.
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