Categorie: Cronaca

Obbligo vaccino, Cartabellotta: In Parlamento mancano i numeri per approvarlo

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. Sul numero dei vaccinati in Italia e il possibile obbligo. “Noi ad oggi abbiamo oltre 38 milioni persone che hanno completato il ciclo vaccinale e poco più di 4.6 milioni che hanno fatto una sola dose -ha affermato Cartabellotta-. Il dato è sicuramente positivo, tenendo conto anche che ad agosto c’è stata una flessione importante per varie ragioni. Ci sono più di 16 milioni senza neanche una dose, dai quali bisogna sottrarre i 5 milioni di bambini da zero a 11 anni. Di fatto, da un punto di vista epidemiologico, quando c’è una fetta di popolazione che non può essere vaccinata non si può utilizzare il termine di immunità di popolazione perché la fascia di popolazione non vaccinabile è una sacca di circolazione virale. Dopo la prenotazione volontaria, c’è stata la chiamata attiva fatta però in maniera frammentata, ostacolata anche da problemi di privacy a mio avviso inesistenti, il medico di famiglia non riesce a risalire dagli archivi ai pazienti non vaccinati. Sull’obbligo, la prima problematica è politica perché a mio avviso oggi i numeri in Parlamento non ci sarebbero per far passare l’obbligo. Immaginare in questo momento un obbligo di popolazione è molto difficile, perché bisogna definire la contropartita, ad esempio chi non è vaccinato non può andare a scuola. Quando si discute di obblighi bisogna capire quali sono le conseguenze per chi non adempie all’obbligo. E’ una partita su cui ragionare, ma bisogna considerare degli aspetti sia politici sia di tipo operativo e pratico. Quella che oggi è la libertà individuale di non vaccinarsi quando si somma finisce per limitare le libertà altrui, con i cambiamenti di fascia di rischio delle Regioni, ma anche per occupare posti letto ospedalieri. Cerchiamo di ragionare in un’ottica di responsabilità civile come ha detto il presidente della Repubblica Mattarella”.

Redazione

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