di Riccardo Rocchesso – Dopo i cani che fiutano il “Covid” in Germania, in arrivo un altro progetto “bizzarro” volto al controllo della pandemia e dei contagiati. Tramite algoritmi e bio-marcatori e all’utilizzo della sempre più predominante intelligenza artificiale, si proverà a riconoscere il Covid tramite la voce dell’utente. Il progetto, pilota, sta avendo forma tramite la joint venture di Huawei e Voicewise, unica spin-off ufficializzata dall’Università di Roma Tor Vergata che realizza studi medici in base alla voce del paziente.
Lo studio clinico nasce con l’obiettivo primario di verificare la possibilità di identificare l’infezione Covid-19 attraverso l’analisi di campioni di voce mediante algoritmi di Intelligenza Artificiale sviluppati da Voicewise; come riporta Affari Italiani tale analisi è volta anche a “misurare” il livello di gravità dell’infezione oltre che di monitorarne il decorso, anche nella fase di guarigione successiva alla dimissione dall’ospedale o nei pazienti in isolamento domiciliare.
Ma in molti si stanno facendo la domanda: come può funzionare?
Non sarà una scusa per controllare le nostre telefonate?
Sta di fatto che il binomio Cina ed Italia prende sempre più forma.
Ma nella Join Venture, invece di esportare buone pratiche di democrazia, rischiamo di importare, probabilmente, strumenti di controllo sempre più invasivi.
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