Categorie: Politica

Si apre la “guerra delle spiagge”. E’ caos totale. Le promesse elettorali sono già naufragate?

Lo sbarco di grandi gruppi industriali nella gestione delle spiagge, come sta accadendo a Jesolo, spaventa la Romagna. Si stanno “purtroppo materializzando i rischi peggiori di cui parliamo da anni”, si aggiunge ai cori di allarme LEGACOOP Romagna, secondo cui l’assenza di una normativa nazionale di settore “che difende il nostro modello turistico balneare” conduce “con molta probabilità all ‘ingresso nella gestione della nostra spiaggia di grandi soggetti economici esterni al territorio, con riflessi negativi per la tipicità, il rapporto umano, la democraticità e la cultura del nostro turismo”. Il primo rischio, sostiene LEGACOOP Romagna, “è il rincaro dei prezzi dei servizi di spiaggia, che i grandi gruppi dovranno mettere in campo per rientrare, in breve tempo, dai costi sostenuti per vincere le gare”. Il secondo invece riguarda il fatto che “le risorse economiche generate sul nostro territorio verranno dirottate altrove, rompendo un circuito virtuoso che dura da decenni”. I Comuni, oltretutto, “saranno probabilmente in gravi difficoltà nell’affrontare la mole di lavoro che deriverebbe loro dal dover riassegnare tutte le concessioni costiere (migliaia), senza regole condivise e nello stesso momento”.

Per questo, LEGACOOP Romagna torna a “sollecitare nuovamente una legge quadro nazionale che ordini la materia e difende il settore, senza la quale l’applicazione della direttiva Bolkenstein avrebbe effetti certamente distruttivi sulla filiera turistico balneare”. Secondo Legacoop Romagna, i Ministeri competenti “devono convocare le associazioni di settore, Comuni e Regioni per concertare una proposta di legge di riordino della materia che abbia come prima finalità la salvaguardia e lo sviluppo della nostra filiera turistica e della sua straordinaria tipicità e, quindi, di un modello economico che va a vantaggio principalmente del territorio e dei turisti”. In poche parole, sostiene la centrale cooperativa romagnola, “occorre oggi un vero e proprio patto con i Comuni, le cooperative e le associazioni balneari . In questa fase delicatissima, dove la possibilità di sviluppo dell’impresa è evidentemente limitata, è essenziale che si mantenga una stretta e ampia concertazione, evitando da parte degli enti locali fughe in avanti rischiose, muovendosi in autonomia o in modo differenziato”.

AMALFI – Il Comune di Amalfi chiede la restituzione e la consegna delle aree demaniali occupate dagli stabilimenti balneari , bar e ristoranti permanenti. Con tre diverse ordinanze, il responsabile del settore Lavori pubblici e Demanio, l’ingegnere Pietro Fico, ha intimato lo sgombero dell’arenile di Marina Grande da parte delle tre entita’ presenti: Silver Moon, Marina Grande e Stella Maris, titolari di regolari concessioni demaniali marittime con finalita’ turistico-ricreativa rilasciate tra il 2008 e il 2009. Alla vigilia della scorsa stagione balneare, il Consiglio di Stato, con sentenza del 2023, aveva confermato l’ordinanza di demolizione numero 20/2014 emessa dal responsabile del servizio Area Tecnica Edilizia e Urbanistica del Comune di Amalfi proprio dieci anni fa. Una proroga era stata concessa per non far saltare la stagione balneare. Ma stavolta pare non vi sia alcuna altra possibilita’. Con determina numero 202 del 9 febbraio scorso, l’ingegnere Fico ha disposto la decadenza delle concessioni demaniali rilasciate dal Comune di Amalfi alle tre attivita’ che allo stato utilizza le aree demaniali senza alcun titolo valido giuridico. “Ai fini della cessazione di tale situazione antigiuridica di occupazione abusiva, occorre procedere alla acquisizione dell’area oggetto della concessione decaduta mediante consegna e rilascio (da parte delle tre societa’ nda) per il ripristino delle finalita’ cui e’ destinata l’area in questione, a tutela dello specifico interesse pubblico connesso al bene in questione in vista della stagione estiva 2024” si legge dall’ordinanza. La restituzione e la consegna delle porzioni di spiaggia dovranno avvenire giovedi’ 22 febbraio alle 11.00. “In caso di inottemperanza – specifica il dispositivo – si procedera’ in via coattiva con l’assistenza della Forza Pubblica, con deferimento alla competente Autorita’ Giudiziaria”.

“Da mesi denunciamo come questo governo, che dal suo insediamento ha soltanto preso tempo sul tema delle concessioni balneari, sta agendo non a favore dei piccoli imprenditori balneari ma a favore di grandi poteri economici che dispone di enormi risorse per affrontare e vincere gare che non prevedano quei paletti e quelle protezioni che il governo dovrebbe garantire con una riforma organica del settore a tutela dei cittadini, delle piccole e micro imprese e degli enti locali. Nell’estate del 2022 il M5S aveva presentato un’ottima riforma, contenuti nel Ddl concorrenza, per rendere la Bolkestein una grande opportunità e disegnare il futuro delle nostre spiagge. Ma i partiti di destra invece che emanare i decreti attuativi hanno deciso di buttare tutto a mare senza poi fare nulla, a parte una mappatura farsa che la commissione UE ha rispedito immediatamente al mittente e lasciando così soli i comuni costieri, costretti a muoversi in ordine sparso e ad affrontare una situazione molto delicata e complessa. Dal 31/12/2023 di fatto tutte le nostre spiagge sono senza concessionari e il futuro appare fosco, con ricorsi e contenziosi in arrivo e una costosa procedura di infrazione che Bruxelles è pronta ad iniziare nei confronti dell’Italia. Se il governo Meloni non interverrà subito per dare al Paese una riforma delle concessioni demaniali che porti certezze, trasparenza e maggiori diritti per tutti, sarà chiaro l’obiettivo politico: una situazione di caos che avvantaggerà gli imprenditori e gli industriali più forti e potenti” . Così in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti.

SARDEGNA – “Lascia” sconcertati la decisione del Comune di Jesolo di assegnare con dei bandi di gara, fatti in base a norme che sono evidentemente in contrasto con le regole nazionali, delle concessioni balneari che comprimono l’attività di piccole imprese familiari e avvantaggiano un grande operatore estraneo al settore balneare che si è aggiudicato una serie di concessioni realizzando una vera e propria concentrazione di potere”. Lo dichiarano i parlamentari di Forza Italia Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini “Ciò dimostra che chi fa appello alle gare invece di favorire una libera economia vuole accontentare grandi gruppi che schiaccerebbero aziende familiari che danno respiro all’economia produttiva. Le gare servono ai monopoli, il rispetto delle imprese garantisce la libertà.

JESOLO – Quanto è avvenuto a Jesolo , in Veneto, meraviglia ancora di più riguardo le appartenenze politiche dei vertici comunali e regionali.Nel frattempo altre iniziative ad Amalfi molestano gli operatori delle imprese balneari e confermano che l’Italia, non solo in sede europea ma anche attraverso l’azione interna del governo, deve tutelare le imprese balneari che garantiscono occupazione e accrescono le nostre potenzialità nel settore del turismo, fondamentale per il nostro Paese. Bisogna cancellare quanto è avvenuto a Jesolo e riportare una giusta logica quanto sta avvenendo ad Amalfi”, concludono. Le concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreative avranno efficacia anche per la stagione 2024. Lo ha stabilito la giunta regionale della Sardegna con una delibera che però non è ancora stata pubblicata sul sito internet della Regione dove compaiono solo i titoli di due provvedimenti con gli indirizzi operativi per la gestione delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreative ei contributi ai comuni per le attività di pianificazione del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative. La Regione sta definendo anche l’approvazione delle nuove linee guida regionali per la predisposizione del Pul, necessaria per la concessione ma di cui la maggior parte dei Comuni è sprovvista, in maniera tale da arrivare a dicembre 2024 con l’assegnazione delle concessioni. La delibera che concede più tempo agli operatori che lavorano su circa 1.950 concessioni con oltre 4.000 dipendenti. 

Redazione

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