Categorie: Politica

DEMOCRAZIA DI INCAPACI E CORROTTI – Grazie agli e(lettori) e alla stampa da una sveltina e via. L’opposto dell’epistocrazia. Oleggio docet

di Stefania Piazzo – In estate un mio caro maestro e collega, nelle giornate della calura della bassissima padana, mi ripeteva, scherzando: “Ci vorrebbe uno scandalo con mutanda”. Dal punto di vista della cronaca giornalistica avrebbe reso tantissimo e risollevato l’attenzione mortificata dall’afa. Oggi il meccanismo non è cambiato. Solo che si è trasferito nell’effimera veloce rapida sveltina informativa che ci offrono i social in modo compulsivo e ossessivo. Scrollare da mattina a sera alla ricerca di una parola, di un’immagine, sazia la pancia di milioni di elettori, un tempo (per quanto pochi) lettori di libri e giornali. Che furono. La competenza barattata per il numero dei follower rende omaggio al non c’è fine al peggio dei nostri giorni.

Da sinistra, Giuseppe Bellissimo, Nicolò Gallinari, Stefania Piazzo e Luigi Negri

La presunta conoscenza passa attraverso la veloce discesa del pollice dall’alto verso il basso. In un minuto l’all you can eat passa dalla banalizzazione emotiva degli animali, alla ricetta in pochi secondi all’esplosione dell’atomica. Uno vale uno.

Luigi Negri

La formazione delle coscienze e la responsabilizzazione del cittadino e(lettore) davanti a scelte fondamentali per la democrazia, passa da questa cruna dell’ago. Ovvero, non passa. Poi c’è stupore se un protagonista del Qatargate pare sia stato eletto al Sud nonostante la Dda lo abbia attenzionato per presunti brogli elettorali, dopo essere stato un candidato di primarie per diventare sindaco. Poi c’è sorpresa se un ex eletto nella circoscrizione Nord Ovest abbia fatto peggio, dentro il pentolone dello stesso Qatargate.

Questione di poca memoria degli elettori, forse. O magari, colposamente, totale assenza di interesse verso quella delega che si regala in bianco in cabina elettorale. Quando ci mettiamo in auto ci premuriamo di documentarci su “Viaggiare informati”, quando acquistiamo un frullatore leggiamo le istruzioni, ma quando andiamo a votare, no. Quando si vota si fa finta di non vedere. E prima, come dopo, dolosamente, si vive nella beata ignoranza.

La crisi delle democrazie sta anche in questo dissesto culturale del cittadino elettore. Farà ovviamente notizia lo scandalo con o senza mutanda, come il Qatargate, ma non fa notizia per la stampa, come è accaduto a fine novembre scorso a Oleggio, quando assieme agli amici dell’associazione Epistocrazia, negli spazi rinnovati di un istituto dedicato alla formazione dei futuri tecnici dell’intelligenza artificiale, si è parlato di questo sottovuoto della società. Della scuola, della stampa. Che palle, questi spocchiosi dell’epistocrazia. C’erano Giuseppe Bellissimo, consigliere dell’associazione, Nicolò Gallinari, che ne è presidente, Luigi Negri, che ne è fondatore. Io moderavo.

Giuseppe Bellissimo

Infatti… stampa piemontese presente ce n’era, ma non una riga, neppure tra i necrologi. Ufficializzare con sindaco, vicesindaco, assessori, pubblico variegato in sala l’esistenza di una associazione che sollecita la scuola, il cittadino, il politico, ad avere competenza e conoscenza per esercitare – e meritare – la propria missione, è di una noia mortale per i colleghi giornalisti. Mica vuoi che sia una notizia. Questo secondo il filtro di colleghi e/o loro superiori che sono a maggior ragione, una delle cause del vuoto informativo che galleggia e sopravvive solo se si scrive di “notizie”. Quelle che “si leggono”. Le altre, non fanno notizia. Ecco, qui uno vale uno non vale.

Se la cinghia di trasmissione della società, l’informazione, si mostra così banale e ridotta a dare conto di altre più significative verità locali, che ne so, un cavalcavia, il sottopasso allagato, un milione di euro del Pnrr ad Oleggio, piuttosto che a Milano, è perché il pozzo della società è inquinato dalle fondamenta. Dalla scuola, che fa a meno di storia e geografia, all’approssimazione della formazione (le risposte ai quiz televisivi o alle isole o case degli ignoranti ma “famosi” è l’evidenza). Da diversi giornali e tg dopo la lettura o l’ascolto dei quali non ti resta attaccato niente. Se non le sgrammaticature lessicali.

La progressiva affermazione di personaggi che di democratico hanno ben poco passa prima attraverso i nostri occhi, la nostra coscienza critica, la nostra cultura. Non bastano i voti per garantire la democrazia, il buon governo. Se quelli che ho eletto nominano negli enti e nelle società partecipate incapaci patentati (non servono esempi, la pandemia ne ha offerti a bizzeffe), è perché questa forma malata di democrazia si regge sull’analfabetismo funzionale dei cittadini. E sul giornalismo superficiale che ancora non riesce a vedere le notizie.

Nicolò Gallinari

A quel convegno epistocratico portavo la mia modesta esperienza. La mia laurea in Musicologia, secondo l’ordinamento scolastico italiano deciso dal ministero, seppur esista dalla fine degli anni ’70, ad oggi dopo diverse piroette legislative ancora non è ritenuta sufficiente per insegnare storia della musica al pari di un diplomato (oggi si dice laureato) in Conservatorio. La musicologia è la scienza della storia della musica, esegesi, filologia, ma ciò non è ritenuto abbastanza “solido” per entrare in una scuola superiore per insegnare. Unico caso in Italia e al mondo in cui per una cattedra serva una doppia laurea (per fare il parlamentare, invece, requisiti simili non ce ne sono, mi pare).

https://www.facebook.com/epistocrazia/videos/1506622356504640

Dal 2017 lo stallo dei musicologi è legge, ministro della cultura era una signora, sottosegretario all’Istruzione con delega all’Università, un signore laureato in filosofia che si dice appassionato di musica, nel suo curriculum. Per fortuna. Oggi è presidente di una Regione.

Intanto stuoli di laureati considerati ignoranti si trovano bloccati nei concorsi. Ed è solo un esempio.

Cosa c’entra con l’epistocrazia? Tantissimo. Perché il problema è proprio questo. I politici si vantano che l’Italia è il paese dell’arte, della musica. Quale? Quella del suono del citofono. A cui vorrei rispondere un giorno: non c’è più posto per voi.

al link https://epistocrazia.it/iscrizioni/ vi è possibile accedere a maggiori informazioni riguardo il Tesseramento 2023 all’Associazione Epistocrazia!

Per quanto riguarda i tesserati dell’anno 2022 potranno tutti partecipare alla prima assemblea dell’Associazione Epistocrazia che si terrà nei primi mesi del nuovo anno.

https://www.facebook.com/epistocrazia/videos/886535415818356

Stefania Piazzo

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