Categorie: CulturaPolitica

Chi non sta da una parte o dall’altra della barricata, è la barricata stessa?

di Riccardo Rocchesso – Le ultime dichiarazioni fatte dal sottosegretario per l’editoria e per l’informazione Martella, combattere con azioni punitive ed in ogni modo le fake news, che seguono lo sprint di denunce fatto dal movimento dei “Professori” verso personaggi pubblici, canali e giornali indipendenti, devono essere lette come un preoccupante campanello d’allarme per la democrazia e la libertà di espressione nel nostro Paese e per tutto il mondo dell’editoria libera… anche in un periodo di emergenza sanitaria come l’attuale.

Davvero si vogliono perseguire le fake news o si teme che la rete diventi un bacino di controinformazione non controllabile?
Perché tra libertà di stampa e fake news passa una bella e sostanziale differenza. E la mano dello Stato sull’informazione l’abbiamo già assaggiata. L’azzeramento delle politiche a sostegno dell’editoria vera, delle cooperative chiuse, mentre restava in pista l’editoria finanziata dai grandi gruppi quotata in Borsa… sono cose già viste e riviste.

Per non parlare poi del rischio che sta correndo la previdenza dei giornalisti, svuotata nella sua cassa per le uscite legate ai sussidi di disoccupazione.
Già, la rete. Colpa dei contenuti gratuiti su internet o del fatto che la buona informazione non viene tutelata? E che gli italiani non sono stati educati a leggere i giornali di colore diverso dal rosa nel nostro Paese?

E’ sicuramente vero che non bisogna dar retta a tutto quello che si trova in rete, c’è tanta confusione. E’ ancor più vero che spesso ci si imbatta a volte in questo nuovo mostro mitologico: il tuttologo.
Ma sono tante le questioni irrisolte, sono tante le informazioni che ci vengono addolcite… e l’amaro in bocca rimane, troppo spesso ai tempi del Coronavirus.
E i cittadini si fanno molte domande, si informano come possono.
Come sono molte le domande che si sta facendo anche il governo, l’editoria e la “scienza” in questo periodo pericoloso… per il giornalismo indipendente.

Quale tutela ha la competenza e la conoscenza applicata al giornalismo vero? Come mai sempre più persone preferiscono andare ad informarsi in altri mondi abbandonando i canali ufficiali?
Perché preferiscono il caos di internet rispetto al nostro pane quotidiano televisivo? Da migliaia di clic si è passati a milioni, ed è un dato di fatto… Eccolo qual è il pericolo, forse.

Il bombardamento continuo con un messaggio monodirezionale a reti unificate, in tempi di profonda crisi spirituale e di conoscenza in ogni cittadino come questa, può aver sortito l’effetto contrario?
Realizzando, forse, il più grande Break Even Point nel mondo dell’informazione? Utopia, forse.

Ecco perché è arrivata nuovamente l’esigenza di fare un altro giro di vite.
Ma poco importa che si stia da una parte o dall’altra; l’informazione, se diventa manipolazione, diventerà essa stessa la barricata della nostra evoluzione.



Redazione

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