di Gigi Cabrino – Si è conclusa la fase istruttoria della raccolta di firme promossa da associazioni e cittadini della zona “Fraschetta” di Alessandria per chiedere chiarimenti e soluzioni sulla costante presenza di Pfas nella zona di Spinetta Marengo.
I timori per le ricadute sulla salute dei cittadini da anni mobilitano popolazione e associazioni e negli scorsi mesi si è proceduto ad una petizione per chiedere chiarimenti alle istituzioni.
Il tutto è stato presentato nelle mani del Presidente del Consiglio Comunale Barosini che ha inoltratoal presidente della Commissione Sicurezza e Ambiente, Adriano Di Saverio, la proposta popolare di deliberazione al Consiglio Comunale.
“Questa proposta” afferma Barosini nella sua lettera “impegna noi amministratori a dibattere su questioni di rilevanza ben più ampia del nostro ambito territoriale, che vanno affrontate con volontà decisionale ma anche adottando le prudenziali misure cautelative, che devono portarci a ricercare le possibili soluzioni a beneficio dell’interesse collettivo”.
“Ora che anche una valutazione tecnica è stata effettuata si dibatterà pubblicamente nel merito” ha aggiunto Barosini “i promotori potranno intervenire direttamente in aula per raccontare la loro iniziativa nel merito. Un aspetto importante vista la delicatezza del tema: la salvaguardia della salute dei cittadini. Si tratta di un bell’esempio di partecipazione attiva dei cittadini”.
Nel documento viene chiesto formalmente all’attuale amministrazione comunale di Alessandria di mettere in atto sei punti cardine. Il primo riguarda “l’effettuazione urgente di un biomonitoraggio umano da parte dell’Asl di Alessandria sui Pfas presenti nell’organismo dei residenti del territorio del Comune di Alessandria“. Il secondo vuole “una valutazione dell’impatto su salute umana e ambientale delle sostanze tossiche e cancerogene da parte di Asl per le quali la Corte di Cassazione ha sancito il disastro ambientale innominato“. La terza richiesta è quella di “completare l’indagine epidemiologica” interrotta oltre un anno fa. I promotori della raccolta firme hanno anche chiesto inoltre di “aggiornare i risultati delle indagini epidemiologiche con cadenza annuale o biennale“, di “istituire un Osservatorio ambientale della Fraschetta che sia a disposizione dei cittadini” e di attuare, in caso di sospensione dell’uso di Pfas, “prove di omologazione atte a mostrarne l’innocuità sull’uomo e sull’ambiente di eventuali prodotti sostitutivi adatti alla produzione”.
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