Avevano fatto ricorso per essere stati esclusi e il risulato è questo. Il Tar della Lombardia ha accolto la denuncia di Technogenetics che contestava l’accordo tra la Fondazione del Policlinico San Matteo di Pavia e la DiaSorin sui test sierologici.
Il Tar inolte “dispone la trasmissione degli atti alla Procura presso la Corte dei Conti di Milano”. “Impugneremo tempestivamente in Consiglio di Stato la sentenza del Tar” ha annunciato all’Adnkronos Salute il presidente dell’Irccs lombardo, Alessandro Venturi.
Per i giudici, sarebbe venuta meno “un’effettiva apertura al mercato, ossia mediante una procedura svolta nel rispetto della trasparenza e del confronto competitivo tra gli operatori interessati, ossia dei principi interni ed eurounitari in materia di evidenza pubblica. Dovevano quindi essere rispettati i criteri di trasparenza, pubblicità e non discriminazione”.
Nella sentenza viene sottolineato inoltre come “la previsione di un compenso quantificato in una percentuale del prezzo dei prodotti venduti su scala mondiale non ha alcuna correlazione con l’attività di mera testazione di un prodotto, specie se si considera che tale percentuale spetterà per ben 10 anni; non solo, il prezzo così individuato non è direttamente determinato, ma solo determinabile, ferma restando la previsione di un minimo dovuto pari a 20mila euro per anno e comporta per il Policlinico l’impossibilità di conoscere, a priori e con certezza, l’importo complessivamente ritraibile dal contratto”.
Per il Tar “l’operato della Fondazione ha posto DiaSorin in una posizione illegittimamente privilegiata rispetto agli altri operatori del mercato in cui opera, perché le ha consentito di utilizzare risorse scientifiche e materiali, proprie del soggetto pubblico e indisponibili sul piano funzionale e giuridico, per produrre un quid novi da commercializzare. Ciò determina una distorsione della concorrenza”.
“Era un accordo di collaborazione scientifica come se ne fanno mille. Una bella storia di cui andare fieri: proventi per la ricerca pubblica che derivano da vendite fatte in altri Stati del mondo, Paesi importanti con aziende molto attive in questo settore scientifico, Paesi che hanno scelto un test sierologico validato da noi” commenta amareggiato all’Adnkronos Salute Alessandro Venturi, presidente del San Matteo.
Il San Matteo, conclude il presidente, “impugnerà nei prossimi giorni, tempestivamente, la decisione del Tar”. E anche DiaSorin, annuncia la società, ha “già dato ai propri legali mandato di proporre immediatamente appello” al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar della Lombardia.
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