“Ci sentiamo molto abbandonati, lo siamo stati per tutto questo tempo”. Salvatore Mazzola fa il panettiere a Nembro. L’hanno scorso ha perso il papà Giuseppe a Bergamo, e ora è tra i parenti delle vittime del Covid rappresentati dal pool di avvocati di cui fa parte anche Consuelo Locati, che si sta battendo per chiedere “verità e giustizia” per le vittime. Salvatore, come altri famigliari dei morti della pandemia, è arrabbiato perché il pool di avvocati non ha ancora ricevuto un invito per incontrare il premier Mario Draghi, che sarà a Bergamo la settimana prossima in occasione della Giornata in memoria delle vittime Covid.
“Noi ci aggrappiamo agli avvocati – spiega all’Adnkronos Mazzola – ma ora nel momento della ricorrenza veniamo tagliati fuori, è un doppio schiaffo, anzi uno schiaffone. Come fanno a non vedere o a far finta di non vedere? Forse diamo fastidio? Noi non ci fermiamo, invito o non invito, dobbiamo dare dignità ai nostri morti, non gettargli fango addosso”.
“Mio padre è morto il primo aprile dell’anno scorso, faceva il nonno a tempo pieno – racconta – i bambini hanno preso il virus a scuola il 16 febbraio e se lo sono passati tutti in famiglia. Io mi sono salvato per perché mi sono auto isolato al forno, in attesa della chiusura di Nembro che poi non è arrivata, e sono stato 37 giorni qui, da solo”.
Quello che Salvatore si aspetta dal premier Draghi “è che incontri i nostri legali – rimarca -. Dei politici non si è fatto vivo nessuno in questo anno. Tutti hanno detto ‘ora non è il momento’ ma adesso che l’occasione c’è per ricordare i morti, si lasciano fuori i famigliari? E’ un controsenso. E’ giusto che se ne parli, se poi non si arriverà a niente in Italia siamo abituati…però basta tenere la testa sotto la sabbia”.
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