di Giuseppe Rinaldi – Caro Babbo Natale, lo so, sono molti anni che non ti scrivo ma al posto mio l’hanno fatto figli, nipoti e quant’altri e ciò ti da la misura del non essere mai stato dimenticato.
In ogni caso, quest’anno sono stato buonissimo. Infatti:
Ho avuto la serenità di leggere il subisso di DPCM piovutami addosso cercando di capire come mi dovevo muovere;
Ho sempre tenuto un serafico atteggiamento quando le forze dell’ordine mi hanno fermato e contestato che il benzinaio a me più prossimo non era quello del comune X ma quello di Y: misurazione risultata del tutto fantasiosa;
Con pazienza, viaggiando in auto da solo e senza mascherina, ho spiegato che posso fare a meno dell’ausilio di prevenzione quando con me non v’è alcuno da infettare;
Ho sorriso, ma senza intento di scherno, quanto sono stati spesi i miei soldi per acquistare banchi a rotelle e monopattini, bonus biciclette e vacanze anziché offrirli agli ospedali;
Sono stato chiuso in casa il più possibile, al limite dei diritti costituzionali, facendomi recapitare a domicilio derrate alimentari, legna e pallet, frutta e verdura, medicinali e prodotti da banco.
Sono stato un angelo e, pertanto, come regalo di Natale desidererei;
Infine caro Babbo Natale, ti chiederei per noi anziani, che abbiamo la sola colpa di avere consegnato l’Italia a gente che ha saputo solo annichilirla nel tempo e non farla grande come fecero i nostri padri con noi, di spargere rispetto verso chi non è più giovane. Il legislatore, tanto vincolato al sociale con i clandestini, tanto impegnato contro le discriminazioni di genere, di colore della pelle, di cultura, ricordi d’essere avverso anche alla discriminazione d’età. Affranchi genitori e nonni dalle umiliazioni derivanti dal vivere da longevo (non è una temibile parola).
Non andiamo cercando nulla se non la restituzione di un po’ di dignità, in considerazione che coloro che oggi sono giovani lo devono a noi che siamo vecchi. Caro Babbo Natale tu sei dei nostri non ci dimenticare. Ricordi i tempi del “piè veloce Achille”, quando sotto le mura di Troia uccise Ettore? Ebbene ne restituì il corpo al padre Priamo, giacché vegliardo e meritevole di rispetto: a fatti e non a parole elettorali. Ma erano altri tempi.
Tanti saluti e buon viaggio nei cieli del mondo, carissimo e immarcescibile Babbo Natale.
Photo by Hari Nandakumar
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