Categorie: Lettere

La lettera – Longhin, militante storico: Per la prima volta non vado a Pontida. Un grande palco per minuscoli progetti. Il Barbarossa siamo diventati noi!

Caro direttore,

non andrò a Pontida. Io leghista dal 1987 (sono nato nel 1968), quest’anno per la prima volta non sarò presente. Non per protesta, non per impegni, non per polemica. Semplicemente perché non è rimasto nulla del vero significato dell’incontro.

Il giuramento di Pontida, secondo la tradizione, sarebbe stata una cerimonia che avrebbe sancito il 7 aprile 1167, nell’Abbazia di Pontida, la nascita della Lega Lombarda, ovvero di un’alleanza militare tra alcuni comuni lombardi ed emiliani finalizzata alla lotta armata contro il Sacro Romano Impero del Barbarossa.

Le prime “Pontida” si effettuavano a giugno, non a settembre quando il popolo leghista era tradizionalmente a Venezia, ed era, insieme a Venezia appunto, l’occasione per rinverdire, rafforzare, ribadire la questione settentrionale e per essere messi a conoscenza della linea del movimento con la folkloristica “approvazione” dei presenti a quanto ascoltato.

A parlare erano i leader del movimento con la chiusura di Umberto Bossi e nelle successive manifestazioni di Roberto Maroni. Eravamo solo noi, non c’erano invitati esterni nemmeno se vicini alle nostre idee. Era una “cosa nostra” nel senso buono del termine. Ricordo la stranezza della prima volta dei Toscani…

Era una festa delle innumerevoli associazioni Padane che presentavano prodotti e servizi e gadget. Ricordo gli orsetti padani, i ciclisti padani, miss padania e così via…sempre e solo con il suffisso padania. Si mangiava persino padano e non si trovavano stand oltre l’Emilia Romagna. Erano espressamente vietati i tricolori, anche se nessuno di noi aveva mai pensato di poter portarne uno.

Ricordo che il palco era piccolo e le prime file a ridosso del palco. Non c’era ancora il supermercato che ha portato via un quarto di “pratone” e la gente si arrampicava persino sulla collina di fronte mentre quelli sul prato erano gomito a gomito, impossibile attraversare.

Arrivavi, ti piazzavi li e non ti potevi muovere fino alla fine. Erano i progetti ad essere grandi, enormi, forse anche troppo, ma noi ci credevamo. Ora è il palco ad essere enorme e i progetti piccoli o inesistenti, riguardo la questione settentrionale intendo. Le prime file sono a 10 metri e puoi tranquillamente passeggiare in quel che resta del pratone.

Non andrò a Pontida perché non è più Pontida. Un incontro del genere si poteva fare in qualsiasi altro posto. Che giuramento, che approvazione dovremmo mai dare? Il Barbarossa siamo diventati noi.

Non andrò a Pontida e non si noterà la mia mancanza. Sarà Pontida a mancarmi.

Un caro saluto

Giuseppe Longhin

Redazione

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