Categorie: Economia

Un quarto degli italiani: Nostri stipendi non sono al sicuro

Alla fine del primo trimestre del 2021, il 31% degli europei ha visto la propria situazione finanziaria personale colpita negativamente dalla pandemia, mentre il 26% si aspetta che ciò si verifichi nel prossimo futuro. E’ quanto emerge da un sondaggio Eurobarometro, commissionato dal Parlamento Europeo ed effettuato tra marzo e aprile 2021. A livello Ue, si ottiene così una maggioranza del 57% (31 più 26), mentre a livello nazionale si registrano importanti variazioni. In Italia, l’impatto finanziario della pandemia è percepito in maniera più forte, con il 45% che afferma di averne già subito gli effetti e il 31% che prevede di subirne in futuro. Solo il 23% (rispetto alla media Ue del 42%) afferma che il proprio reddito non sarà toccato dal Covid. Nonostante l’impatto finanziario della pandemia, la maggioranza degli intervistati Ue (58%) ritiene che i benefici per la salute derivanti dalle misure di restrizione superino i danni economici che potrebbero aver causato. Questa opinione è condivisa nella maggior parte dei Paesi dell’Ue e suggerisce un cambiamento di approccio rispetto alla seconda metà del 2020, quando una leggera maggioranza di cittadini stimava che i danni economici fossero maggiori rispetto ai benefici per la salute.

In Italia, l’opinione pubblica è divisa a metà, con il 49% degli intervistati che indica un impatto positivo delle misure per la salute pubblica, e il 50% che indica che i danni a livello economico superano i benefici sanitari. Gli europei sono ben consapevoli degli sforzi dell’Unione europea per combattere la pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze: otto europei su dieci hanno sentito, visto o letto di misure o azioni avviate dall’Ue per rispondere alla pandemia, e quasi la metà dei cittadini Ue (48%) sa quali sono queste misure. Il 48% dei cittadini Ue che ne è al corrente si dichiara soddisfatto delle misure, mentre il 50% non lo è. Allo stesso modo, solo il 44% dei cittadini dell’Ue è soddisfatto del grado di solidarietà interna tra gli Stati membri nel combattere la pandemia. In Italia, il livello di soddisfazione per le azioni intraprese dall’Ue è più o meno lo stesso della media Ue, con il 48% che si dice soddisfatto, mentre il 51% non lo è.

Nonostante le variazioni nelle risposte a breve termine e le differenze tra Paesi, i giudizi positivi sull’immagine dell’Ue rimangono ad un livello tra i più alti dell’ultimo decennio. In media, quasi un cittadino Ue su due (48%) vede positivamente l’Unione. Il 35% ha un’immagine neutra, mentre solo il 17% esprime un’opinione negativa. Per il Parlamento, il sondaggio conferma il “costante aumento” della tendenza positiva nei confronti dell’Ue negli ultimi dieci anni, nonostante la pandemia e le sue conseguenze sulla vita dei cittadini europei (nel 2012, il 30% dichiarava di avere un’immagine positiva). La combinazione della visione dei cittadini, talvolta critica, sulle misure concrete adottate per affrontare la crisi con la tendenza positiva a lungo termine sul sostegno di fondo all’Unione europea, spiega anche la netta e costante richiesta di riforme: il 70% degli intervistati dichiara di essere generalmente a favore dell’Ue.

Tuttavia, meno di un quarto degli europei (23%), si dice a favore dell’Ue “per come è stata realizzata finora” , un calo di quattro punti da ottobre/novembre 2020. E quasi la metà degli intervistati (47%) si dichiara “favorevole all’Ue, ma non nel modo in cui è stata realizzata finora”. Il 76% degli italiani vuole che l’Ue acquisisca maggiori competenze per affrontare le crisi come la pandemia di Covid-19, mentre il 22% si trova in disaccordo. Una percentuale di favorevoli decisamente alta, anche se in leggero calo rispetto al sondaggio del 2020 (meno 4 punti percentuali). A livello Ue, la percentuale dei favorevoli a maggiori competenze è leggermente più bassa (74%). Alla domanda su quali siano gli aspetti su cui l’Ue dovrebbe dare priorità nell’affrontare la pandemia, gli europei identificano come più importante il rapido accesso a vaccini sicuri ed efficaci per tutti i cittadini (39%). Ciò rappresenta la seconda priorità per gli intervistati italiani, con più o meno la stessa percentuale, il 37%.

Per l’Italia, la prima priorità per l’azione dell’Ue è quella di aumentare le risorse per lo sviluppo di trattamenti e vaccini (39%, contro il 29% a livello Ue). La terza priorità italiana, anche qui con percentuali decisamente più alte della media Ue, è rappresentata dallo sviluppo di una politica sanitaria europea (34% rispetto al 25% della media Ue). Le altre priorità sono: stabilire una strategia di crisi europea (28% a livello Ue, 23% in Italia) e sostenere l’accesso universale ai vaccini (25% in Italia, 23% in Ue). Interrogati sulle loro aspettative nei confronti del Parlamento Europeo, la stragrande maggioranza dei cittadini italiani che hanno partecipato al sondaggio (il 75%, rispetto alla media Ue del 49%) vogliono che i loro deputati mettano la salute pubblica in primo piano. Seguono le misure a sostegno dell’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro (54% in Italia, 39% a livello Ue), la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale (36% in Italia, 39% in Ue) e l’azione contro il cambiamento climatico (24% in Italia, 34% nella media Ue). L’Eurobarometro del Parlamento europeo primavera 2021 è stato condotto tra il 16 marzo e il 12 aprile 2021 nei 27 Stati membri dell’Ue. Il sondaggio è stato condotto di persona e completato con interviste online, ove necessario, a causa della pandemia. In totale sono state condotte circa 26.669 interviste. 

Photo by Markus Winkler 

Redazione

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