“L’emergenza Covid, che ha praticamente azzerato le presenze straniere e tagliato le partenze degli italiani, è costata complessivamente 23 miliardi di mancati introiti al turismo estivo nazionale”. Questo il bilancio della stagione estiva tracciato dalla Coldiretti in riferimento alle importanti parole del Santo Padre per la giornata mondiale del turismo. “Sono scesi a 34 milioni gli italiani che secondo Coldiretti/Ixe’ sono andati in vacanza questa estate (-13%) con una spesa media fortemente ridimensionata di appena 588 euro per persona (-25%). Il calo delle partenze, il leggero accorciamento della durata delle vacanze scese in media sotto i 10 giorni e il taglio del budget – si legge in una nota – hanno significato un taglio complessivo della spesa turistica degli italiani di circa 11 miliardi. A questo si aggiunge l’assenza dei 16 milioni dei cittadini stranieri per motivi di vacanza durante i mesi di luglio, agosto e settembre che quest’anno sono stati praticamente azzerati dalle preoccupazioni e dai vincoli resi necessari per affrontate l’emergenza covid, secondo l’analisi Coldiretti su dati Bankitalia. Una assenza che è costata 12 miliardi al sistema turistico nazionale per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir secondo l’analisi della Coldiretti. Senza dimenticare che le conseguenze si faranno sentire – precisa la Coldiretti – anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni con i turisti che al ritorno in patria cercavano sugli scaffali i prodotti apprezzati durante il viaggio. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti ma in difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne”. “In gioco c’è un sistema turistico Made in Italy che si compone di 612mila imprese e rappresenta – conclude la Coldiretti – il 10,1% del sistema produttivo nazionale, superando il settore manifatturiero, con 2,7 milioni di lavoratori, il 12,6% dell’occupazione nazionale secondo Unioncamere”.
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