di Marcus Dardi – Con uno sprint da fare invidia ai corridori di atletica leggera dei 100 metri ,la Cina ha avuto, negli ultimi tre mesi, una crescita economica del 6,5% nell’ultimo trimestre del 2020.
Considerando che il dragone rosso, con le chiusure del primo trimestre 2020 aveva avuto una perdita del -6,8%, la ripresa è stata formidabile.
Il dato totale del 2020 su base annua conferma una crescita, per la Cina, del 2,3%.
Secondo le stime della Commissione Europea l’Italia ha chiuso il 2020 con un -9,5%.
Il tasso di crescita cinese è il più basso dal 1976 anno della scomparsa di Mao Zedong.
Il direttore dell’ufficio di statistica cinese va comunque fiero del fatto che il PIL cinese ha superato i 100 mila miliardi di yuan (circa 15.600 miliardi di dollari), dichiarando che questo è un dato “molto importante e simbolico per costruire una società benestante e un moderno paese socialista a tutto tondo”.
Mentre i consumi interni cinesi arrancano, il settore manifatturiero e le Borse cinesi vanno al rialzo.
Il Fondo Monetario Internazionale, per il 2021, prevede una crescita cinese del 7,9%. Goldman Sachs, per gli USA, prevede una crescita del 6,2%. Il timore di un sorpasso cinese sugli USA, del PIL lordo, diventa ancora più forte e, forse, per l’occidente, politicamente rischioso o addirittura pericoloso.
Da parte loro i cinesi puntano, per il 2021 a rafforzare i loro settori scientifici e tecnologici.
Il 2021 è il primo anno del loro 14esimo piano di sviluppo quinquennale e la loro brama di diventare la Prima Potenza Economica mondiale, e non solo economica, non si placa.
L’ingessata Europa, destinata a diventare più simile ad una RSA che a una Confederazione innovativa di Stati, riuscirà a non farsi dominare dal Gigante Rosso?
Il New Generation EU partirà presto. La speranza è sempre l’ultima a morire oppure come diceva il sommo poeta Dante: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Photo by Aaron Greenwood
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