Tre morti ogni giorno sul lavoro. Il tragico bilancio degli incidenti mortali conta gia’ 677 vittime nei primi sette mesi dell’anno, secondo gli ultimi dati sulle denunce presentate all’Inail (e che saranno aggiornati giovedi’ 30). Un numero in calo (-5,4%) rispetto alle 716 vittime registrate nei primi sette mesi del 2020, ma influenzato dalla pandemia e comunque superiore ai dati dello stesso periodo del 2019 e del 2018, due anni pre-Covid. AUMENTANO GLI INFORTUNI. In aumento, nel complesso, risultano le denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e luglio all’Istituto, che sono state 312.762, quasi 24 mila in piu’ (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), cosi’ come risultano in aumento le patologie di origine professionale, che sono state 33.865, quasi 8.700 in piu’ (+34,4%). RISALGONO I CASI ‘TRADIZIONALI’. Nel 2020 i casi mortali denunciati al’Istituto sono stati 1.538 (+27,6% rispetto al 2019), un numero che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid. Ora se da un lato stanno diminuendo le denunce per infortunio da “contagio”, soprattutto nel secondo trimestre dell’anno, dall’altro tornano a salire gli infortuni “tradizionali”, rispetto al 2020 segnato dall’esplodere della pandemia e dalle misure di contrasto, con la chiusure di molte attivita’ e le limitazioni agli spostamenti. Nei dati da gennaio di quest’anno fino a fine luglio risalgono infatti gli infortuni “in itinere”, quelli avvenuti cioe’ nel tragitto casa-lavoro, ma anche quelli “in occasione” di lavoro, in tutti i settori, dall’industria all’agricoltura.
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