Categorie: Economia

Confindustria, più donne fanno crescere il Pil e il benessere sociale

Una spinta alla crescita. E non solo in termini di Pil, ma nell’accezione piu’ ampia di benessere, economico e sociale. “L’attenzione alla sostenibilita’ sociale, alla diversita’, all’inclusione sono fattori che possono e devono spingere ad una maggiore presenza delle donne nel mondo del lavoro. Sono i numeri a dimostrarlo”.

La vice presidente di Confindustria, Katia Da Ros, in una intervista al “Sole 24 Ore” ne cita uno in particolare: se si aumentasse il tasso di occupazione femminile, che nel 2021 era il 49,4 per cento, fino a portarlo ai livelli di quello maschile, il 67,1 per cento, il Pil potrebbe aumentare di circa il 12,4 per cento, secondo i dati McKinsey Global. Da Ros e’ in prima persona una bandiera dell’empowerment femminile: “E’ dimostrato, come indicano anche dati Cerved 2022, che includere le donne nel mondo del lavoro aumenta il benessere economico. Il lavoro, come dice anche la Costituzione, e’ dignita’. Si crea una societa’ piu’ giusta e piu’ equa, oltre a generare una maggiore ricchezza. Sono valori che stanno diventando piu’ diffusi e condivisi. L’attenzione all’inclusione e alla sostenibilita’ sono fattori di successo per un’azienda. Ma ci sono molti elementi in cui siamo indietro”.

Tra questi c’e’ senza dubbio la formazione, che secondo la vice presidente e’ “uno dei problemi principali. Ancora troppo spesso sono proprio le donne che non si sentono adatte ad affrontare una formazione tecnico-scientifica. Si autolimitano, un retaggio culturale che ha radici profonde. Ma c’e’ anche di piu’, in senso negativo: una ragazza su 4 tra 115 e i 29 anni non lavora e non studia. E lo scenario peggiora se pensiamo che abbiamo 1,2 figli per ogni donna. Alla questione dell’occupazione femminile si aggiunge anche quella della demografia”. Diversita’ di inclusione e anche di salario: “La differenza esiste, e’ un gap che va superato. Anche se in Italia il differenziale e’ del 5 per cento, tra i piu’ bassi dell’Unione europea”. Da Ros osserva infine che “anche il welfare aziendale ha un ruolo importante: noi per esempio abbiamo creato un asilo interaziendale, una formula che va diffusa. E’ importante anche lo smartworking e una maggiore flessibilita’ lavorativa. E’ una strada che come Paese dobbiamo percorrere” 

Stefania Piazzo

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