Categorie: Cultura

Non si può solo parlare di fatturato e di tasse. Ma i veneti conoscono la storia di Venezia? Capitale storica, città d’arte o parco a tema…?

di Cuore verde – L’Unesco raccomanda in questi giorni di inserire Venezia nella lista dei Patrimoni dell’umanità in pericolo. Mi ricordo perfettamente, nella mia piccola collezione di francobolli di bambino dei primi anni ’70, la serie “salviamo Venezia”. Il Leone di San Marco, i Tetrarchi, piazza San Marco, il Canal Grande, i Cavalli di Bronzo. Certo, occorre salvare Venezia, la sua architettura, le sue fondamenta (milioni di pali di legno), la sua laguna e la sua immensa arte. Ma si può capire veramente Venezia prescindendo dalla sua storia? Per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, può essere certamente considerata tra le più belle città del mondo. Tuttavia, proporre Venezia soltanto come una mera attrattiva turistica non si rischia di ridurla, nella percezione comune, ad un bellissimo “parco a tema” per il turista globale”? Venezia è stata per oltre 1000 anni la capitale di uno stato autonomo ed indipendente. La Serenissima Repubblica di Venezia. Purtroppo, questa storia millenaria trova uno scarso riscontro nei libri di storia delle scuole italiane. L’architettura e l’arte a Venezia esprimevano la grandezza e la gloria delle imprese politiche, commerciali e religiose, sia pubbliche che private, della Serenissima. L’arte di Venezia, nella narrazione ufficiale, sembra quasi un evento casuale senza particolari connessioni con la sua storia. Deprime constatare che, spesso, non è il turista globale ad ignorare la storia di Venezia ma bensì proprio il cittadino veneto. Al liceo che ho frequentato a Verona, mai alcun cenno alla storia e all’arte locale. Bisognerebbe salvare non soltanto l’arte ma anche la storia di Venezia. Salvarla dall’oblio. Basterebbe aggiungere ai testi in uso, un compendio sulla storia e sulla struttura politica della Repubblica di Venezia. Al giorno d’oggi, per risparmiare carta, sarebbe sufficiente un e-book.

Non si può parlare  soltanto di “fatturato” e di “tasse” o riporre tutte le aspirazioni di autodeterminazione politica in un vago progetto di “autonomia”. Mi rivolgo direttamente ai politici veneti ed asseriti venetisti, sempre pronti ad esaltare le “eccellenze del territorio”: possibile che, in tutti questi anni, anche di forte consenso “leghista”, non sia stato possibile  proporre seriamente l’introduzione, nei programmi scolastici locali, della storia e della lingua veneta? Lo studio della Repubblica di Venezia dovrebbe essere previsto, nei programmi delle scuole venete, non per affermare una pretesa superiorità sul “foresto” ma per restituire dignità alla lingua e alla storia veneta. Per “salvare Venezia”.  proporre seriamente l’introduzione, nei programmi scolastici locali, della storia e della lingua veneta? Lo studio della Repubblica di Venezia dovrebbe essere previsto, nei programmi delle scuole venete, non per affermare una pretesa superiorità sul “foresto” ma per restituire dignità alla lingua e alla storia veneta. Per “salvare Venezia”

Stefania Piazzo

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