Categorie: Cultura

EFFETTI COLLATERALI – Università Bicocca annulla corso su Dostoevskij poi ci ripensa. “I russi morti fanno paura?”

 A quanto apprende l’Adnkronos l’Università di Milano Bicocca è tornata sui suoi passi: il corso tenuto dallo scrittore Paolo Nori su Dostoevskij  si farà. 

La decisione arriva dopo una mattinata di polemiche scaturite dalla decisione dell’ateneo di sospendere il corso sullo scrittore russo tenute dal docente

LE REAZIONI – “Se c’è un’arma potentissima, ma allo stesso tempo assolutamente pacifica, per difendersi e per contrastare la violenza è proprio la cultura. Impedire ad un docente di insegnare DOSTOEVSKIJ, e agli studenti di poter apprendere l’insegnamento di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, è un atto senza senso. La situazione in Ucraina è drammatica, e proprio per questo occorre che rimaniamo lucidi e seri per affrontare l’emergenza”. Lo afferma Elvira Savino, deputata di Forza Italia. 

“L’Università Bicocca di Milano avrebbe bloccato una serie di lezioni su Dostoevskij di Paolo Nori. Proibire di studiare Dostoevskij contro Putin significa essere folli. In questo tempo bisogna studiare di più, non di meno: in Università servono maestri, non burocrati incapaci”. Così su Twitter il leader di Iv, Matteo Renzi, che annuncia un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Università Maria Cristina Messa sulla vicenda .

Pura follia. L’universita’ Bicocca di Milano cancella le lezioni di Paolo Nori su Dostoevskij. Anche i russi morti da decenni fanno paura. E dire che Dostoevskij fu condannato a morte per aver letto una cosa proibita. Povera universita’ e poveri noi”. Cosi’ in un post il senatore Psi e presidente della commissione istruzione e cultura del Senato, Riccardo Nencini. “Io che ho letto e riletto i Fratelli Karamazov e Delitto e Castigo, suggerirei al rettore di scartabellare l’Idiota”.

 La solidarieta’ a Paolo Nori, il cui corso su Dostoevskij e’ stato sospeso dall’Universita’ Milano Bicocca per “evitare polemiche”, corre sui social. Molti gli scrittori che si schierano con lui. “E’ chiaro che non l’hanno letto mai, senno’ non l’avrebbero fatto”, scrive Valeria Parrella. Andrea Tarabbia va oltre e invita tutti a leggere “qualcosa di russo” perche’ “la censura etnica va uccisa nella culla”. “Non tutti i russi la pensano come Putin. Censurarli e’ idiota, cancellarli e’ razzista. Impedire di tenere un corso su Dostoevskij ‘per evitare polemiche’. E’ una cosa folle, di una stupidita’ e un’ignoranza abissali; ha a che vedere con il dare la colpa a qualcuno per la nazione da cui proviene – e questo ha un nome preciso”. 

 “Essere russi oggi in Italia è come se fosse una colpa. Pensavo avrei detto nelle mie lezioni, continuando sul discorso della paura che fanno i russi. Poi sono arrivato a casa e ho trovato un’email della Bicocca, doveva cominciare mercoledì un corso di quattro lezioni sui romanzi di Dostoevskij e l’emai mi comunica la decisione di rimandare il corso, con lo scopo di evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in quanto il momento è di forte tensione. Non solo essere un russo vivente oggi è una colpa, anche essere un russo morto. Quello che sta succedendo in Ucraina è orribile. Quello che sta succedendo in Italia è ridicolo, censurare un corso è ridicolo. Bisognerebbe parlare di più di Dostoevskij in questi giorni”. Lo annuncia lo scrittore Paolo Nori, che nel 2021 ha pubblicato ‘Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij‘, in una diretta Instagram commosso fino alle lacrime. 

Redazione

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