di Marcus Dardi – Nei momenti peggiori di questa crisi sanitaria, Pasqua e Natale del 2020, anche la Terra Santa è diventata un deserto di anime.
Tra turisti e fedeli mancano all’appello 600.000 persone, 160mila dagli Usa e 80mila dall’Italia.
Il Governo israeliano ha bloccato gli arrivi a scopo preventivo e a Betlemme, Gerusalemme e Nazareth mancano visitatori.
Che la si visiti per fede o per turismo, poco importa, un pensiero al bambinello lo rivolgono comunque tutti e una riflessione sulla fede diventa assolutamente automatica, una riflessione che comunque la si pensi, genera alti livelli di endorfina, ossitocina, serotonina e dopamina: tutti ormoni neurotrasmettitori della gioia.
Il Patriarca di Gerusalemme, Pierluigi Pizzaballa, descrive questa triste situazione con queste parole: “Quello del 2020 è un Natale di basso profilo, da dimenticare. La pandemia, e la paura che ne deriva, ha segnato direttamente o indirettamente la vita civile e religiosa di questo nostro tempo, e sembra averci paralizzato”.
Normalmente, in questo periodo, dalla Porta di Damasco in Gerusalemme, passaggio per raggiungere da una parte il Muro del Pianto e dall’altro il quartiere Armeno, si transitava con fatica per via dell’alto flusso di persone.
Ora tutte le icone ortodosse delle bancarelle non vedono passare più nessuno e alle raffigurazioni della Madonna, di Gesù e dei Santi, vien quasi da piangere.
La Messa di mezzanotte nella Basilica della Natività però, verrà celebrata al giusto orario ma saranno presenti solo i religiosi del relativo convento.
Tutti i vari capi religiosi delle diverse confessioni cristiane invitano i fedeli a tener duro per superare questo momento di difficoltà, di crisi economica, di violenza, di infodemia e di malattia.
Si pregherà anche affinché il vaccino sia cosa buona e giusta, salutare e fonte di salvezza.
Non ci resta che dire: Amen!
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