di Benedetta Baiocchi – Oggi è Il Foglio a raccontare la saga dei banchi voluti dal commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri.
Scrive Luciano Capone che “Deve essere un altro bluff, anche questo di breve durata. Due giorni fa, a un giorno dalla scadenza del bando, dovevano essere le imprese estere a salvare i banchi scolastici, garantendo i famosi 3 milioni di banchi monoposto (con e senza rotelle). Era questo il messaggio che il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri e il governo inviavano ai produttori nazionali”, che però già avevano fatto sapere che i tempi del governo erano impossibili per riuscire, tra bandi, avvio dei lavori e consegna, per garantire le richieste.
Allora colpo di scena, l’Huffington post riportava che “Il governo è certo di poter riaprire le scuole il 14 settembre perché a produrre i banchi anti-Covid ci penseranno le aziende straniere”.
Ma, ricorda ancora Il Foglio, “Dopo poche ore, Arcuri è stato costretto a svelare il bluff rinviando di cinque giorni la scadenza del bando “al fine di favorire la massima partecipazione”.
E sappiamo come è andata a finire. Tutto deserto, né salvatori italiani né salvatori stranieri. Ma ecco che dal quotidiano Il Fatto arriva un altro colpo di scena.
“A salvare la scuola – scrive il Fatto – potrebbero arrivare i colossi. Sono le più grandi aziende italiane del legno (nomi come Scavolini o Fantoni) che ora valutano di partecipare al mega-bando per la fornitura di banchi entro settembre, dopo che ieri il commissario all’emergenza Domenico Arcuri ha prorogato la scadenza al 5 agosto”.
Valutano di partecipare? Ma quando mai! La Scavolini cade dal pero. E al Foglio dichiara: “Come azienda Scavolini – dice Fabiana Scavolini, amministratore delegato del gruppo – non è una cosa che ci riguarda. L’abbiamo letto sui giornali. Ma non abbiamo pensato a una cosa del genere, né siamo stati coinvolti o ci è stato richiesto di farlo. E non ci metteremmo a farlo neanche se ce lo chiedessero perché noi facciamo cucine, non arredo scolastico”. Magari è un’ipotesi che state valutando, come dice il Fatto? “Non c’è niente di vero, nel senso che non abbiamo mai fatto questa tipologia di produzione. Fare dei banchi per la scuola non è semplice, serve un’esperienza e anche delle certificazioni”. Alla fine un banco scolastico è più semplice di una cucina, non è un prodotto che potete iniziare a fare adesso? “Niente si può improvvisare, men che meno ciò che coinvolge la scuola”. Quindi questi 3 milioni di banchi in un mese non li farà nessuno? “Non entro in questa discussione, l’hanno fatto già in tanti. Posso parlare per la nostra azienda – prosegue Fabiana Scavolini – non ci siamo e non ci possiamo essere. Non abbiamo mai prodotto un banco in vita nostra, non conosciamo minimamente quali siano gli iter produttivi“.
Commenti? Nessuno. Quando sono gli altri a raccontare cose non vere si tace.
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