“La nostra battaglia per la prescrizione è una battaglia di giustizia in un Paese civile e se con la ‘Legge Viareggio 2’ (riforma dell’istituto della prescrizione entrata in vigore a gennaio 2020) abbiamo ottenuto un primo successo per questo Paese, è merito anche del lavoro di questi anni. Grazie a questa legge, infatti, una eventuale condanna in primo grado fermerebbe lo scorrere della prescrizione. Ma ecco che, per giochi politici lontani anni luce dalle tragedie di questo Paese, tragedie che, dall’Aquila a Rigopiano, dal Ponte Morandi all’Eternit, hanno portato alla necessità di riformare la prescrizione. La riforma della prescrizione non va giù a quasi tutte le forze politiche. Noi familiari non staremo zitti: guai a mettere in discussione quella legge, perché nasce dalle nostre battaglie, dal sangue dei nostri cari, dall’ingiustizia che noi abbiamo subito e continuiamo a subire dopo quest’ultima sentenza di Cassazione che ha dichiarato prescritti 32 omicidi. ‘Non accada mai più’ è un proclama che sentiamo all’indomani di ogni disastro colposo, le istituzioni si riempiono la bocca di questa frase”.
Lo afferma l’associazione “Il Il Mondo che Vorrei”, che riunisce i familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, in un documento diffuso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 alla Corte d’Appello di Firenze.
“La riforma della prescrizione è uno dei pilastri con cui dare contenuto e sostanza a queste parole – aggiunge l’associazione – Non esiste giustizia con la prescrizione e non esiste giustizia senza tempi brevi del processo e certezza della pena. Per questo anche l’accelerazione dei processi è un’altra battaglia per la quale non smetteremo di combattere, ora più che mai. Tra i nostri obiettivi c’è anche la rideterminazione delle pene per reati inseriti in un codice obsoleto per la società di oggi”. “Vogliamo infine segnalare la nomina di persone indagate per reati gravissimi al ruolo di commissari straordinari per le grandi infrastrutture. Per questo abbiamo scritto alle più alte Istituzioni perché non possiamo girarci dall’altra parte facendo finta di niente”, conclude il comunicato dell’associazione.
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