“Mosca non smetterà di interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali interni ai Paesi Nato, ricorrendo ancor più che in passato a metodi coercitivi e manipolativi, quali attacchi cyber, disinformazione, ricatti e utilizzo di leve come quella migratoria ed energetica, quest’ultima destinata a perdere di rilevanza con l’impegno occidentale a trovare alternative alla dipendenza energetica dalla Russia”. E’ quanto viene evidenziato nelal relazione annuale dell’Intelligence sulla Politica dell’informazione per la sicurezza. “Dal 2022, la Russia – secondo l’analisi dei servizi – è impegnata in una campagna ibrida contro l’Occidente a supporto di quella militare contro l’Ucraina. Mosca percepisce il sostegno transatlantico a Kiev come un fattore determinante per l’esito della guerra. Di conseguenza, nella seconda metà del 2022 ha puntato a dividere l’Occidente al suo interno, cercando di allontanare l’UE dagli USA e di destabilizzare i Paesi Nato”. Fra i domini delle campagne ibride russe è stato cruciale quello cognitivo, ossia “quello della manipolazione delle percezioni”. Le caratteristiche della macchina disinformativa russa che sono state osservate nell’azione di costante monitoraggio, si possono riassumere in “una grande pervasività e in una forte regia statale”. Il costante tentativo della Russia di manipolare l’opinione pubblica europea trova ulteriore dimostrazione negli eventi del settembre 2022, quando, a seguito di un’inchiesta della stampa tedesca, la società Meta ha bloccato una massiccia campagna di disinformazione russa in Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Ucraina.
Secondo l’analisi dell’intelligence “i fallimenti strategici di Putin appaiono ascrivibili a deficit interpretativi dello scenario ucraino, alla sottovalutazione della portata, rapidità e coesione della risposta occidentale all’invasione in Ucraina e alla sottostima della tenacia del popolo e delle Forze di Kiev” e che “il Presidente Putin sia stato indotto ad agire dal suo convincimento che le Forze Armate russe fossero capaci di conseguire, in pochi giorni, la vittoria militare, evitando dunque il sovrapporsi di pacchetti sanzionatori da parte dei Paesi occidentali (come invece avvenuto)”. Il dato di inizio 2023 indica che la Russia ha il controllo di circa il 20% del territorio ucraino (e più del 75% delle coste, incluse quelle del Mar d’Azov).
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