Categorie: Cronaca

Beirut, esplosivi militari al porto

 Sale il bilancio delle vittime a Beirut, in Libano, con la Croce rossa che parla di oltre 100 morti.Secondo quanto riportato dai media, George Kettaneh, un funzionario della Croce Rossa libanese, ha dichiarato che almeno 100 persone sono state uccise e oltre 4.000 ferite nella massiccia esplosione.

Il primo ministro libanese Hassan Diab, in un breve discorso televisivo, ha fatto appello a tutti i paesi per chiedere aiuto dopo le esplosioni al porto. “Stiamo assistendo a una vera catastrofe”, ha detto, ribadendo la promessa che i responsabili pagheranno, senza però commentare la causa di quanto successo. 

Ma non è convinto che il nitrato di ammonio sia l’unico responsabile delle potenti esplosioni che hanno devastato Beirut un ex agente della Cia con grande esperienza in Medio Oriente. Secondo Robert Baer, citato dalla Cnn, i video delle esplosioni mostrano che il nitrato di ammonio potrebbe essere stato presente nel magazzino da cui è partita l’esplosione, ma l’ex agente della Cia non crede che sia stato l’unico responsabile della massiccia esplosione che ne è seguita. Baer ritiene ci fossero munizioni militari e cariche esplosive e che si trattava forse di un deposito di armamenti. “Era chiaramente esplosivo militare – ha detto – Non era fertilizzante, come nitrato di ammonio. Ne sono abbastanza sicuro”. “Guardate la palla (di fuoco) arancione e chiaramente – ha affermato – è esplosivo militare”. Tutto il bianco che si vede nei filmati prima dell’esplosione più potente, ha aggiunto, è probabilmente segno della presenza e della combustione di nitrato di ammonio. “Sembra – ha aggiunto – un incidente”. “Ho lavorato in Libano per anni e – ha concluso – nessuno vuole ammettere che tenevano esplosivi militari nel porto”. 

Alla magistratura libanese venne notificato per sei volte che il deposito di nitrato d’ammonio al porto di Beirut era pericoloso e che i funzionari della dogana avevano chiesto di trasferire il materiale. Lo ha detto alla tv Lbci il direttore generale delle dogane libanesi, Badri Daher, secondo quanto riferisce al Arabiya, ma l’autorizzazione non venne mai concessa.

Stefania Piazzo

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