di Benedetta Baiocchi – Chissà perché ma la notizia non ha avuto rimbalzi nazionali. Apparsa ieri sul quotidiano Il Gazzettino, è questa: il Veneto importerà dalla Cina il vaccino antinfluenzale per coprire il fabbisogno delle persone cosiddette non a rischio. Sembra una beffa del destino. Dall’oriente arriva il Covid e dall’oriente arriva la prevenzione per il virus più “banale” della stagione fredda. Ma in casa non ce c’è abbastanza, è coperto il 75% della popolazione a rischio e così anche il super Veneto deve guardare al mercato di Pechino per approvvigionarsi per l’inverno e le previste massicce dosi da distribuire. Il governatore Zaia nei giorni scorsi aveva anticipato che per i bambini fino a 6 anni il vaccino sarebbe stato gratuito.
A dare la notizia comunque dell’import vaccinale è stato il vicentino Domenico Mantoan, ora presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e storico dirigente della sanità veneta, braccio destro del governatore in qualità di direttore generale della sanità, ora uscente.
“Bisogna importarlo da lì perché ormai il mercato europeo e americano è saturo”, ha dichiarato al quotidiano diretto da Roberto Papetti.
Attraverso l’aggiudicazione di una gara tramite Azienda Zero, il Veneto ha messo in cascina 1.306.830 dosi, quasi il doppio rispetto al 2019 con 864.740 dosi, con un onere di 8.304.037 euro.
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