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Effetto conti congelati. Il caso della Superjet di Tessera. 140 dipendenti veneti in balia delle sanzioni? L’appello a Leonardo della Fiom

Salvare la Superjet, azienda di proprietà russa che si trova a Tessera, Comune di Venezia, è sostanzialmente un’impresa disperata. Semmai quello che dovrebbe fare Leonardo, che partecipa alla società con una quota del 10%, è capire cosa fare dei 140 dipendenti, e quindi trovare una soluzione per reimpiegarli o, ancora meglio, per insediare una nuova attività produttiva nel sito di Tessera. È l’idea di Michele Valentini, segretario della Fiom di Venezia, che alla ‘Dire’ palesa quella che al momento è la maggiore preoccupazione, ovvero il fatto che il blocco dei conti correnti della Superjet da parte del Gruppo Intesa e del Credito Cooperativo della Marca lasci i lavoratori senza stipendio.


“Al momento per noi l’importante sarebbe che fossero sbloccati i conti correnti, perché gli stipendi sono stati pagati il 27 marzo e oggi, 27 aprile, rischiano di non essere pagati”, afferma Valentini secondo cui il problema nasce da “una interpretazione molto restrittiva da parte delle direzioni delle banche nel congelare i conti correnti”, in quanto “sono soldi che servono per pagare gli stipendi dei lavoratori, non per comprare la benzina dello yatch di qualche oligarca, e questo la banca lo sa”. Per questo probabilmente “venerdì 29 ci sarà una manifestazione davanti alla filiale di Banca Intesa” dove si trova il conto congelato, anticipa il sindacalista. E “il passo successivo sarà la richiesta di un incontro al prefetto, per chiedere di alzare il telefono e chiamare il direttore della banca per sbloccare i pagamenti”.

Tornando però al futuro della Superjet, il fatto è che al momento “lì si fanno solo attività sui velivoli russi, e se noi la togliamo alla proprietà russa non è che poi loro ci portano comunque i velivoli” da lavorare, chiarisce Valentini. Oltretutto un eventuale commissariamento “dovrebbe essere previsto dal decreto che adesso il Governo pensa di fare per andare incontro alle aziende che subiscono questo genere di riflesso (delle sanzioni, ndr) perché al momento il commissariamento in Italia può avvenire solo in base a criteri precisi e qui non siamo in presenza di un’azienda che ha un debito: i russi ricapitalizzavano ogni anno, questa è un’azienda sana che perdeva ogni anno ma veniva sempre ricapitalizzata, perché i russi ci tenevano a tenerla aperta”. Ipotizzando comunque di superare questo vulnus, rimane il problema delle attività da svolgere, che senza i rapporti con la Russia verrebbero meno. E “se anche dovesse finire la guerra domani, cosa auspicabile, non è che le sanzioni alla Russia rientrerebbero all’istante”, fa notare il sindacalista. Di conseguenza “noi continuiamo ad insistere che Leonardo, che a suo tempo ha creato i presupposti per la nascita di Superjet, attirando anche professionalità interne e prospettando magnifiche sorti per l’azienda, adesso non si giri dall’altra parte. Auspichiamo che Leonardo trovi una soluzione, che può essere reimpiegare i lavoratori o attivare un progetto di riqualificazione del personale e di reinsediamento produttivo, che può avere anche delle tempistiche più o meno lunghe”. L’importante è che nel frattempo i lavoratori vengano garantiti, e che si apra un tavolo di confronto che al momento manca, conclude. (fonte Dire)

Redazione

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