Categorie: Scienza

Picco di contagi atteso a febbraio, con l’incognita di nuove varianti

“Ci aspettiamo che il picco si raggiunga rapidamente, intorno alla metà del mese o poco dopo, portando successivamente a un calo della pressione sugli ospedali”. E’ quanto prevede, in un’intervista al quotidiano La Stampa, la fisica Vittoria Colizza, direttrice del laboratorio EPIcx, faro del governo francese per tracciare le rotte della pandemia. “Ma non sappiamo se raggiunto il picco avremo una decrescita rapida o una situazione ad alta incidenza per qualche settimana, come osservato in questi giorni a Londra. In Italia la quarta ondata è partita con qualche giorno di ritardo, quindi è probabile che occorra un po’ di tempo in più”, aggiunge. Colizza spiega che non ci sono elementi “per poter dire che le future mutazioni, da non scartare data l’alta circolazione del virus, andranno in una direzione piuttosto che in un’altra”.

“Un possibile scenario verso l’endemia è l’acquisizione di strati successivi di immunità negli individui, dati da precedenti infezioni e dal vaccino, fino ad arrivare a un’immunizzazione contro le forme gravi sufficiente da rendere l’impatto sanitario gestibile. Ma non sappiamo con quali scale di tempo, se in sei mesi o tre anni. Sempre che non spuntino nuove varianti con maggior patogenicità o evasione immunitaria. Cosa che al momento non si può escludere”, commenta. Israele è partito per primo con le terze dosi ma ora vede la curva dei contagi di nuovo in salita. Vuol dire che anche il booster ha vita breve? “Gli studi delle autorità sanitarie britanniche stimano che se si sono fatte le prime due dosi con Pfizer la protezione dalla malattia sintomatica è intorno al 65% dopo 2-4 settimane dal richiamo Pfizer e al 75% circa se fatto con Moderna. Dopo 5-9 settimane si passa al 55% con il booster Pfizer e al 70% con Moderna, mentre a distanza di 10 settimane la protezione è intorno al 50% con un richiamo Pfizer. Ma la protezione contro l’ospedalizzazione per Omicron rimane molto alta”, spiega Colizza. Per la primavera intanto si annunciano già nuovi vaccini tarati su Omicron.

Servirà somministrare la quarta dose a tutti? “È troppo presto per dirlo, ma non mi meraviglierei servissero altre dosi. In un anno abbiamo avuto tre varianti che hanno generato tre-quattro diverse ondate, l’ultima con due varianti sovrapposte. Quindi dico, avanti con la vaccinazione ma senza abbassare la guardia con le misure di prevenzione, mascherine e areazione dei locali, e rafforzamenti delle misure quando necessario”, conclude l’esperta.

Redazione

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