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Via il reddito di cittadinanza, arriva il Mia. Ma esiste già dal 2016, introdotto dal Pd

di Gigi Cabrino – Secondo indiscrezioni di stampa il MEF avrebbe pronta una bozza di riforma del reddito di cittadinanza, che cambierebbe il nome i Mia, misura di inclusione attiva.

Ma sono subito polemiche. “La destra copia anche nel nome le buone pratiche di inclusione sociale varate dal Pd, contro cui anni fa avevano votato compatti. Avevamo introdotto la Misura attiva per l’inclusione sociale con caratteristiche del tutto analoghe nel 2016 in Friuli Venezia Giulia ma anche in Emilia Romagna col Res: il centrodestra era schierato contro e arrivato Fedriga si sono affrettati ad abolirla, e intanto la Lega votava il reddito di cittadinanza nel Conte 1. A destra c’è un grumo di contraddizioni, governare i problemi sociali è altro”. Lo afferma in una nota la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, già presidente del Friuli Venezia Giulia dal 2013 al 2018, commentando l’annuncio della ministra del Lavoro, Elvira Calderone, sulla Misura per l’inclusione attiva (Mia). “Abbiamo sempre avuto lo scopo di combattere la povertà e lo abbiamo fatto – spiega la capogruppo dem – attraverso un patto con i cittadini in difficoltà, cui chiedevamo l’impegno a fare tutto ciò che è necessario per riqualificarsi e poter rientrare nel mercato del lavoro, ma anche a mandare i figli a scuola. A prescindere dai nomi, oggi sembra che anche la Lega faccia retromarcia a livello nazionale e speriamo – aggiunge Serracchiani – anche nelle Regioni, che possono decidere integrazioni e politiche mirate per l’occupazione”.

Intanto la bozza è all’esame degli uffici, e Federico Freni, sottosegretario al Mef, in Tv ad Agorà commenta che “Il Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva. Quindi, ovviamente, non è una retromarcia”. Secondo Freni, parlamentare della Lega e Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, la ‘Misura di Inclusione Attiva‘ che dovrebbe essere varata nelle prossime settimane dal governo in sostituzione del Reddito di Cittadinanza”.

Intanto il provvedimento votato da 5 Stelle e Lega nel primo governo Conte è costato una fortuna.

 Il reddito di cittadinanza è costato fino ad oggi alle casse statali 27,8 miliardi di euro. Lo afferma il Codacons, commentando la decisione del Governo. Analizzando i dati ufficiali dell’Inps, si scopre che il Reddito di cittadinanza, dalla sua entrata in vigore nel marzo 2019 ad oggi, assieme alla pensione di cittadinanza è costato in totale 27,8 miliardi di euro – spiega il Codacons – Nel dettaglio, nel suo primo anno di vita sono stati erogati sussidi per 3,9 miliardi di euro di cui hanno beneficiato 1,1 milioni di famiglie e 2,7 milioni di italiani. Nel 2020 la spesa per il Rdc è salita a 7,14 miliardi di euro (1,57 milioni di nuclei, 3,69 milioni di persone) per raggiungere quota 8,79 miliardi nel 2021. Lo scorso anno il sussidio è costato allo Stato 7,99 miliardi di euro ed è stato destinato a 3,66 milioni di italiani. L’importo medio mensile erogato ai beneficiari di Reddito di cittadinanza è aumentato negli anni del +12%, passando dai 492 euro del 2019 ai 551 euro del 2022 – analizza il Codacons. Con riferimento all’ultimo anno (2022), la regione con più famiglie con almeno una mensilità è stata la Campania con 353.795 nuclei che hanno percepito il Reddito, 877.115 persone coinvolte e un assegno medio più alto (617,16 euro). Oltre 300mila famiglie hanno avuto almeno una mensilità anche in Sicilia. “Il Reddito di cittadinanza è costato complessivamente circa 1.078 euro ad ogni famiglia italiana che con i propri soldi ha finanziato la misura – spiega il presidente Carlo Rienzi – Senza entrare nel merito delle questioni politiche, riteniamo senza dubbio necessario intervenire su tale sussidio al fine di superarne le criticità ma soprattutto per evitare quegli abusi e quegli squilibri che fino ad oggi hanno contraddistinto il Reddito di cittadinanza. E’ importante che qualsiasi nuova misura allo studio del Governo preveda una lotta serrata alle truffe e alle illegalità che, in tema di sussidi, pesano sull’intera collettività e sulle casse pubbliche”.

Gigi Cabrino

Gigi Cabrino nato a Casale Monferrato (AL) nel 1977, laureato in economia aziendale, in Teologia e specializzato in servizi socio sanitari, padre di quattro figli. Consigliere comunale a Villanova Monferrato per due mandati a cavallo del secolo scorso e a San Giorgio Monferrato dal 2019. Lavoro nella scuola pubblica da alcuni anni come insegnante prima e tra il personale non docente poi. Atleta di fondo e mezzofondo da sempre.

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