Mancano ormai poche ore al tanto atteso referendum sulla giustizia. Tanto atteso da chi?
Tolti gli addetti ai lavori, i patiti della tintarella e gli ex partigiani, il gruppo più nutrito di interessati a questo referendum rimangono i nostri amati politici.
Una classe allo sbando. Come da manuale, i referendum divengono in Italia subito lotte di schieramento (finte), sondaggi elettorali e battaglie eteree sul nulla. Non che la giustizia vada bene così, anzi. La giustizia necessiterebbe una rifondazione profonda, completa e priva di timori reverenziali il prima possibile. Una rivoluzione ben più profonda di quella proposta dai cinque quesiti che verranno proposti domenica. Ma la domanda principale è: perché dovremmo andare a votare?
In particolare, perché Veneti e Lombardi dovrebbero perdere due preziosi minuti della loro esistenza per andare a votare un nuovo referendum quando quello del 2017, il nostro referendum, quello sull’autonomia regionale è stato totalmente ignorato? Ignorato da chiunque, destra, sinistra, da chiunque! Perché?
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