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Lombardia, tutto chiuso. Stop a uffici, cantieri e sport

Alla fine è arrivata la stretta. Il governatore Fontana prova a dare un ulteriore giro di vite. Con una ordinanza in vigore da domenica 22 marzo e sino al 15 aprile, sono stati introdotti nuovi divieti. E pesanti sanzioni.

Eccoli. Divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente. Divieto di assembramento nei luoghi pubblici, fatto salvo il distanziamento (droplet), con ammenda fino a 5mila euro, fermo delle attività dei cantieri edili e sospensione delle attività degli uffici pubblici, delle attività artigianali e degli studi professionali.

“Regione Lombardia, d’accordo con i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un’ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del coronavirus”, ha detto il presidente della Regine, Attilio Fontana, dopo il confronto avuto in videoconferenza con i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, il presidente dell’Anci Lombardia e dell’Upl e i rappresentanti del Tavolo del Patto per lo Sviluppo.

Il braccio di ferro con Roma continua anche se la Regione butta acqua sul fuoco. E fa sapere che siccome la competenza sulla chiusura delle attività produttive è del governo, saranno i rappresentanti delle associazioni di impresa a chiedere ai rispettivi associati di sospendere comunque tutte quelle produzioni che non fanno parte delle filiere essenziali.

In sistesi, l’ordinanza ferma l’attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità, la sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali, la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti, delle attività inerenti ai servizi alla persona e la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza.

Possono restare aperte le strutture ricettive che fanno servizio per l’emergenza. Gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza.

Novità è il fermo delle attività nei cantieri edili, tranne nel caso di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari, la chiusura dei distributori automatici cosiddetti ‘h24’ che distribuiscono bevande e alimenti confezionati e il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente. Basta corsette.

Aperte invece le edicole, le farmacie, le parafarmacie, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali già in vigore. Ma ai sindaci spetta l’ultima parola. Possono restringere ancora di più se lo ritengono necessario. La Lombardia, insomma, fa da sè.

Photo by Jose Aragones

Redazione

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