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In Lombardia aumento vertiginoso di casi in neuropsichiatria infantile

di Giuseppe Olivieri – Lo avevamo già scritto ormai due anni fa (https://www.lanuovapadania.it/cultura/depressione-laltra-bestia-nera-dellera-covid-19/): una delle più gravi conseguenze di questa emergenza sanitaria sarebbe stata la preoccupante condizione psichica e relazionale in cui molti giovani si sarebbero trovati. 

In Lombardia già in epoca pre Covid vi era stato un aumento vertiginoso dei casi seguiti dalla Neuropsichiatria infantile: tra il 2008 e il 2016, gli utenti con disturbi neuropsichici seguiti nelle UONPIA delle strutture sanitarie lombarde erano passati da circa 65.000 (il 4% della popolazione tra 0 e 18 anni) a più di 114.000 (7% della popolazione), con un aumento del 75% in 8 anni. 

Alla base di ciò si ponevano ritmi di vita sempre più frenetici, equilibri familiari labili, una tecnologia che  tende a proiettarci in un mondo virtuale da cui dipendere. 

Era inevitabile, quindi, che lockdown indiscriminati, separazioni forzate, dispositivi di protezione individuale occultanti le espressioni mimiche facciali, portassero ad un peggioramento delle condizioni mentali di molti minori. 

Attraverso la rete, dai medici specialisti e psicologi impegnati in prima linea sale un grido d’allarme che mai fino ad oggi è stato ascoltato. “Il dato di sindromi psichiatriche severe, in primis disordini alimentari da misure di isolamento in età pediatrica ed adolescenziale, è segnalato in vertiginoso aumento”. 

“…Depressione, tentati suicidi, disturbi d’ansia, autolesionismo, disturbi ossessivi compulsivi, disturbi del comportamento alimentare… in età evolutiva e adolescenziale…in un Paese in cui i posti letto di Neuropsichiatria infantile erano già insufficienti in epoca pre-pandemica. Liste d’attesa per prime visite che superano l’anno con vergognosi ritardi nelle prese in carico. Bambini e ragazzi con disturbi del neurosviluppo costretti a casa che manifestano una regressione delle competenze acquisite o si scompensano sul versante comportamentale con grave disagio per le famiglie. Per non citare gli effetti osservati a seguito del lockdown nella fascia 0-3. Ma per qualcuno forse tutto questo viene in secondo piano”. 

“Certamente la situazione degli ultimi due anni ha contribuito ad aggravare una situazione già pesante che avrebbe bisogno di pianificazione migliore, di investimenti sulla prevenzione e della costruzione di una rete di Day Hospital e reparti di degenza distribuiti in modo uguale su tutto il territorio che possano gestire le situazioni gravi e supportare le famiglie dei pazienti…La nostra classe politica dovrebbe leggere i numeri ed agire di conseguenza promuovendo soluzioni pratiche che vadano nella direzione di una strategia improntata alla prevenzione e non solo alla gestione delle acuzie…Attualmente, medici, infermieri e psicologi sono sottoposti ad una notevole pressione che ha contribuito ad esasperare una conduzione di burn-out già ampiamente diffusa”. 

Già…la nostra classe politica. Sempre quella. Quella che ha distrutto la Sanità pubblica e ora ha messo i cittadini gli uni contro gli altri. Quella delle menzogne sull’utilità del Green Pass. Quella che è concentrata sui giochetti che porteranno all’elezione del Presidente della Repubblica.  

Quella che esprime e difende come ministro della Salute un personaggio che ha scritto “Sono nervoso al pensiero di qualsiasi aggregazione di più di due persone, mi turba persino veder passare le automobili per strada” (“Perché guariremo”, Feltrinelli).  

Ecco. Appunto. Non tutto si sta verificando per caso. I responsabili ci sono: sono gli stessi che impunemente ancora decidono delle nostre vite. 

Redazione

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