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Foibe, il leghista Rolfi contro il tweet dell’Anpi a Brescia: non negare la storia. La replica: non è negazionismo

L’assessore lombardo alla Protezione civile, il leghista Fabio Rolfi, ha chiesto al sindaco di Brescia Emiliano Del Bono di prendere le distanze dal “tweet con cui la sezione Bresciana dell’ANPI nega la morte di 10 mila italiani ammazzati e gettati nelle foibe dai comunisti slavi”. Un tweet che ha definito “vergognoso ed e’ motivo di imbarazzo per tutta la citta’”. “Chi nega le foibe e’ paragonabile a chi nega la Shoah. Chiedo al sindaco di Brescia Emilio Del Bono – ha aggiunto – di prendere le distanze da queste dichiarazioni antistoriche e cariche di odio e di non invitare piu’ i rappresentanti di ANPI Brescia alle iniziative istituzionali”. “Indipendentemente dalle proprie idee politiche – secondo Rolfi – non si puo’ dare spazio a chi tenta di cancellare pagine di storia del nostro Paese. Decine di migliaia di persone sono state perseguitate, ammazzate o costrette a fuggire da un regime sanguinario. Evidentemente la sinistra bresciana non ha fatto i conti con la storia. Chi rappresenta tutta la citta’ pero’ non puo’ rimanere in silenzio di fronte alla gravita’ di parole negazioniste”. 

 Il tweet dell’Anpi di Brescia sulla foiba di Basovizza “è stato rimosso per rispetto alle vittime che vengono ricordate oggi. Abbiamo deciso di non alimentare questa assurda polemica, assolutamente strumentale”. Lo afferma Lucio Predoni, presidente dell’Anpi di Brescia, contattato all’Adnkronos dopo le polemiche suscitate dal tweet dell’associazione che citava un passaggio del libro ‘E allora le foibe?’ di Eric Gobetti. “Non c’è motivo per chiedere scusa”, continua Predoni, il tweet “riportava una pagina del libro di Gobetti sulle foibe, in cui si fa una descrizione fisica della foiba di Basovizza, una ex miniera. Questo elemento decontestualizzato dal libro sembra voler disconoscere quell’elemento”.

E, sottolinea il presidente dell’associazione, “decontestualizzato ha dato adito ad accuse di negazionismo nei confronti dell’Anpi di Brescia. Niente di tutto questo. Nessuno mette in dubbio che esistono le foibe, tantomeno quella di Basovizza”. Per Predoni “coloro che alimentano queste polemiche hanno un comportamento veramente imbarazzante. Non lo fanno per ricordare le vittime, ma solo per strumentalizzazione politica”. Il presidente dell’Anpi di Brescia sottolinea che “i fatti che sono avvenuti sul confine orientale sono molto articolati e complessi e quei signori che vorrebbero insegnarci la storia dal loro punto di vista politico e partitico dovrebbero invece studiare sui libri di storia e documentarsi sul periodo che va dalla fine della prima guerra mondiale agli anni Cinquanta, fino all’esodo dei giuliano-dalmati”.

In quel contesto di “guerra, occupazione e sopraffazione, noi italiani siamo andati con i lanciafiamme, abbiamo distrutto paesi, ucciso padri, madri e figli, magari solo perché parlavano lo slavo e non volevano imparare l’italiano. La memoria -conclude- va fatta bene e non la devono fare i politici ma gli storici”.

Stefania Piazzo

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