Categorie: Lombardia

Davanti al disastro, “discutere del sistema sanitario lombardo non è lesa maestà”

“A regime la sanità pubblica deve garantire un livello di intervento immediato che nel momento in cui è scoppiato il Covid non riusciva a garantire”. Lo ha detto il ministro Francesco Boccia a ‘Sono le venti’ sulla nove parlando della sanità lombarda. “Ricciardi ha detto alcune cose che sono sotto gli occhi di tutti, poi, il modo in cui si dicono può scatenare la reazione della parte politica avversa”.”La colpa non è di un singolo ma di un sistema. Mettere in discussione le caratteristiche di quel sistema non è lesa maestà, ma è semplicemente una valutazione che secondo me lo stesso Fontana vorrà fare, e se vorrà l’aiuto dello Stato ci sarà”.

“Noi abbiamo il dovere di mettere in sicurezza la Lombardia, poi ci sarà il momento della valutazione di che cosa è stata questa gestione, in tutte le regioni, non solo in Lombardia e ognuno risponderà politicamente degli errori e otterrà il consenso anche in funzione della fiducia che avrà ottenuto”.”Che in Lombardia la prevenzione territoriale pubblica meriti un investimento serio dello Stato è fuori dubbio e questo deve farci riflettere. In Lombardia – ha aggiunto il ministro – ci sono operatori sanitari straordinari nella rete territoriale pubblica, ma sono pochi. Quella rete era fragile”. “La sanità lombarda privata, che è probabilmente tra le migliori d’Europa, ha tempi di reazione che sono diversi. Lo si può constatare nel numero delle terapie intensive. In Lombardia sono aumentate fino a un picco di 1800 posti, ed era un bene. Poi sono tornate giù, perché erano i posti della sanità privata che si era messa a disposizione del pubblico”.

“Sulla raccolta dei dati del monitoraggio, i tempi di reazione delle strutture territoriali devono migliorare e devono essere potenziati”. “Se da una settimana all’altra i dati delle regioni cambiano o diminuiscono interverremo in tempo reale – ha aggiunto Boccia – sulle ripartenze e sulle riaperture non è tutto scontato, perché i dati di oggi sono confortanti, ma dobbiamo dire grazie agli italiani perché questo è il risultato del lockdown”.

“Dalla prossima settimana, però, avremo i primi dati degli effetti oggettivi dei comportamenti delle riaperture e lì faremo i conti con la nuova convivenza. Se i dati dovessero variare, se una regione entra nella sfera di alto rischio – conclude Boccia – non si apre, è evidente. Se si resta dentro il basso rischio sarà possibile la mobilità interregionale. I controlli sui dati saranno quotidiani”. (Adnkronos Salute)

Stefania Piazzo

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