Gli Stati dell’Unione europea sono “invitati” a ridurre volontariamente del 15% il consumo di gas dal primo agosto al 31 marzo (calcolato sulla media ponderata dello stesso periodo negli ultimi cinque anni) ma se dovesse scattare lo stato di allerta, dettato da un drastico taglio di fornitura dalla Russia (che puo’ essere dichiarato sia dalla Commissione che da almeno tre Stati membri, gia’ undici sono in pre-allerta), l’esortazione diventera’ un obbligo che i Ventisette saranno tenuti a rispettare. Un obbligo che gia’ non piace a tanti, dal governo spagnolo che ritiene la proposta “non necessariamente la piu’ efficace, ne’ la piu’ efficiente, ne’ la piu’ giusta”, sentendosi offeso per non essere stato preventivamente consultato; agli industriali che prevedono “effetti disastrosi” sull’economia europea. Inoltre non viene digerito il fatto che la stessa percentuale sia imposta a tutti. Per Bruxelles si tratta del sacrosanto principio della solidarieta’. Ma i governi nazionali fanno i conti con lo sforzo che dovranno sostenere. Alcuni, ad esempio Finlandia e Paesi Bassi, sono assolti perche’ hanno gia’ tagliato oltre il 15% rispetto agli anni passati. Altri, Italia e Germania in primis, dovranno impegnarsi non di poco perche’ il gas ricopre una notevole fetta del loro mix energetico. Secondo i dati dell’Eurostat, negli ultimi anni l’Italia ha consumato piu’ di 70 miliardi di metri cubi, la Germania piu’ di 90. Quindi Roma dovrebbe tagliare 10 miliardi mentre la Germania oltre 13. Alla Francia basterebbe fare a meno di 6 miliardi. “La Russia ci sta ricattando, usa l’energia come arma. Pertanto, in ogni caso, che si tratti di un taglio parziale o importante del gas, o di un taglio totale, l’Europa deve essere pronta”, ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “Ora abbiamo imparato la lezione dalla pandemia. Sappiamo che in una tale crisi, il nostro peggior nemico e’ la frammentazione. E se agiamo con unita’, possiamo affrontare qualsiasi crisi. Siamo molto, molto piu’ forti della somma di soli 27 Stati membri”, ha aggiunto. Il piano che deve ancora essere discusso dagli Stati membri dell’Unione (l’approvazione, a maggioranza qualificata, e’ attesa per il 26 luglio), non impone obblighi particolari ma invita anche i cittadini a fare la propria parte: abbassando ad esempio il riscaldamento di un grado si risparmierebbero 10 miliardi di metri cubi. Il 15% dei consumi totali vale 45 miliardi di metri cubi. Gli Stati tuttavia devono dettagliare le loro tabelle di marcia per raggiungere l’obiettivo entro la fine di settembre.
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