Categorie: Economia

Un’altra stangata. Inflazione ci costa 2200 euro a famiglia

 Di fronte agli aumenti dei prezzi del carrello torna la lista della spesa in 4 famiglie su 10 (38%) ma si va anche a caccia delle promozioni (38%), si guarda con più attenzione anche al rapporto prezzo/kg di prodotto degli alimenti (47%) e soprattutto si taglia il superfluo (48%) a tavola. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti relativi alle strategie adottate dagli italiani secondo Ismea di fronte all’aumento dell’INFLAZIONE che a maggio per l’Istat sale al 6,9%, il massimo dal 1986. A sostenere l’accelerazione della crescita dei prezzi oltre all’energia- sottolinea la Coldiretti- sono anche gli alimentari cresciuti in media del 7,1% per effetto di aumenti generalizzati di tutti i prodotti a partire dagli oli alimentari di semi (+70,2%) al burro (+22,6%) fino alla pasta (+16,6%). Tra i comportamenti virtuosi segnalati dagli italiani spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l’Italia dove in media nella spazzatura- sottolinea la Coldiretti- finiscono quasi 31 chili all’anno di prodotti alimentari per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili da smaltire. Sulle tavole degli italiani- continua la Coldiretti- sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta. La propensione al risparmio, in ogni caso, non sembra intaccare l’attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola con il 70% degli italiani che – continua la Coldiretti – non intende rinunciare al prodotto 100% italiano anche per sostenere l’economia e l’occupazione nel proprio Paese”.

“Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente- precisa la Coldiretti- l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.

“L’INFLAZIONE a +6,9% significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2421 euro su base annua, 981 per Abitazione, acqua ed elettricità, 573 euro per i Trasporti, 561 per prodotti alimentari e bevande”. A rilevarlo è Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, intervenendo così sui dati provvisori di maggio dell’INFLAZIONE resi noti oggi dall’Istat da cui emerge che l’INFLAZIONE sale su base annua dal +6% di aprile al +6,9%. Dona rileva inoltre che “per una coppia con 1 figlio, la batosta totale è pari a 2257 euro, 984 per l’abitazione, 499 per i trasporti, 505 euro per cibo e bevande. In media per una famiglia il rialzo annuo è di 1924 euro, 924 per l’abitazione, 367 per i trasporti, 418 euro per mangiare e bere”. Ma “il record” secondo il presidente dell’Unc “spetta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una scoppola pari a 2693 euro, 615 solo per il cibo”. 

Redazione

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