Categorie: Economia

Trovano i droni ma non le mascherine. Se covasse una rivolta fiscale?

di Giuseppe Longhin – Non solo non ricordo, ma sono certo di non averlo nemmeno mai letto da qualche parte di un’intera nazione messa agli arresti domiciliari e minacciata di sanzioni e denunce qualora provi a prendere un po’ d’aria o ad uscire ed allontanarsi di pochi metri da casa. Addirittura si annunciano controlli satellitari e droni militari (ma non si riescono a trovare le mascherine….).

Si vietano le visite a parenti stretti, magari ottuagenari e soli. Si disarma e allarma la serenità di chi, rispettoso delle direttive, resta chiuso in casa con decreti via via sempre più restrittivi e senza una data di “fine”. Un po’ come essere condannati al carcere senza conoscere la durata della pena.


Nemmeno in tempo di guerra si è vista una cosa del genere. E durante la guerra si moriva a migliaia sotto le bombe che piovevano dal cielo. Tutto il rispetto per chi è morto, per chi lotta e per chi è medico o infermiere, ma il 2% dei contagiati testati (ossia di quelli che hanno fatto il tampone) e lo 0,0001% della popolazione possono giustificare queste restrizioni avendo in cambio zero aiuti? E neppur il rischio, di fatto avvenuto, del collasso del sistema sanitario e il conseguente “abbandono” del malato può giustificare la distruzione di un sistema economico.

Perché se è vero che la sanità è al collasso e anche vero che lo sarà presto l’economia e a seguire ogni singolo cittadino. E neppure il rischio pandemico con il conseguente aumento della percentuale di contagiati e morti, nulla può giustificare quella che ormai è considerata da tutti gli economisti la peggior crisi del dopoguerra. Non si confonda l’incapacità del sottoscritto a comprendere con il cinismo.

Io mi domando cosa succederà a milioni di persone chiuse obbligatoriamente in casa per mesi. Come reagiranno quando mancheranno gli stipendi e le pensioni? Quanti casi di ansia, depressione, ipertensione, attacchi di panico, violenza familiare ci saranno a far collassare, di nuovo, la sanità? Ci è già stato comunicato dal presidente dell’INPS Tridico di stare tranquilli perché le pensioni saranno garantite fino a maggio. E dopo? Sia ben chiaro, qui non si vuole fare terrorismo mediatico e generare panico. Il sottoscritto cerca di instillare a più persone possibile quella scintilla utile ad urlare “siamo ancora in tempo. Per salvare vite e stato sociale bisogna immettere sul mercato almeno 100 miliardi”.

Come hanno fatto e stanno facendo gli altri Stati europei. Non dovessero farlo o permettercelo, noi lombardi dovremmo inneggiare ad una sana rivolta fiscale.
Altrimenti la certezza sarà quella di collassare, una seconda volta, dopo la prima per virus, quella definitiva.

Photo by Markus Spiske

Redazione

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