Categorie: Economia

PNRR – “7 ministeri, Protezione civile e Ricostruzione sisma non rispettano le quote stanziate per il Sud. Fanalino di coda due dicasteri Lega”

di Stefania Piazzo – La storia si ripete. Da più di mezzo secolo il Paese stanzia ingenti risorse per lo sviluppo del Mezzogiorno. Ai cittadini, però, non risulta. Dove si fermano i soldi? Come vengono investiti e chi controlla il controllore? Anche il treno del Pnrr rischia di essere perso. Vediamo perché.

Il Pnrr ha fissato la soglia di almeno il 40% di risorse per il Sud, diversi amministratori del Nord hanno poi reclamato, in testa il sindaco di Milano, Beppe Sala, che i requisiti per i restanti fondi, sono tuttavia sperequativi per i comuni settentrionali, poiché i parametri agevolerebbero ancora gli enti locali meridionali.

Sulla carta, quindi, gli stanziamenti sono pronti, e per nulla trascurabili. Ma… la Fondazione Openpolis mette il dito nella piaga. La quota mezzogiorno, si legge nell’ultimo report, è quasi buttata via dalla finestra.

“Il dipartimento per le politiche di coesione verifica periodicamente il rispetto della “quota mezzogiorno” da parte degli enti titolari delle misure – si legge -. E dalla prima relazione, pubblicata lo scorso 9 marzo, emergono principalmente 2 criticità”. Due che però bastano e avanzano.

Secondo la relazione infatti ben 9 organizzazioni su 22 “non rispettano la soglia del 40% per gli investimenti di cui sono titolari. La seconda è che spesso la quota è difficile da rispettare perché manca un numero sufficiente di progetti presentati da territori meridionali, a causa di difficoltà amministrative e progettuali. Le soluzioni trovate finora per compensare queste difficoltà, tuttavia, sono insufficienti e portano fondamentalmente a una perdita di risorse da parte del mezzogiorno”.

Classe politica, amministrativa, inconsistenza gestionale, criticità endemiche.

Quali sono i palazzi che non riuscirebbero a spendere quanto stanziato?

“Si tratta dei ministeri della giustizia, dell’università e della ricerca, della cultura, della transizione ecologica, del lavoro e delle politiche sociali, del turismo, dello sviluppo economico. A questi si aggiungono inoltre il commissario straordinario del governo per ricostruzione sisma e il dipartimento della protezione civile”.

E Openpolis chiosa così. “Le quote più basse sono quelle del ministero del turismo (28,6%) e del ministero per lo sviluppo economico (24,8%). Un paradosso, considerando l’importanza del settore turistico per le regioni del sud Italia e la necessità di un impulso deciso allo sviluppo economico del mezzogiorno. Questo risultato, inoltre, offre una chiave di lettura interessante anche dal punto di vista politico. I due dicasteri in questione, infatti, sono entrambi guidati da due ministri espressione della Lega: Giancarlo Giorgetti al Mise e Massimo Garavaglia al Mitur“.

Poi si aggiunge che “Al sud si registrano mediamente maggiori difficoltà nella gestione degli iter burocratici necessari per partecipare ai bandi del Pnrr. Questo ha già portato – e rischia di portare anche in futuro – alla situazione paradossale per cui non viene presentato un numero di progetti sufficiente ad allocare il 40% degli investimenti al mezzogiorno“.

Beffa delle beffe, Openpolis annota che “Nel caso del ministero del turismo, la quota mezzogiorno non è rispettata – come si evince sempre dalla relazione del Dpcoe – per via di due investimenti che non prevedono alcuna risorsa per il sud. In un caso si tratta di un investimento interamente dedicato alla città di Roma. Nell’altro, parliamo di una misura che ha lo scopo di rinnovare e riqualificare strutture alberghiere italiane, dando priorità alle aree turisticamente meno sviluppate. Nonostante ciò, il Mitur ha ritenuto di non stimare alcuna risorsa allocata a sud“.

Insomma, prima Roma. E poi si vedrà.

Stefania Piazzo

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