Con l’aumento odierno, la FED torna indietro di 22 anni. Infatti sul fronte tassi era dal 2000 che la Federal Reserve non rialzava i propri tassi di 50 punti mentre bisogna risalire al 2006 per ritrovare un incremento in due riunioni di fila del Fomc. E l’indicazione su “aumenti appropriati” contenuta nella dichiarazione finale del comitato lascia ipotizzare che anche i prossimi incrementi attesi sui tassi possano attestarsi a quota 50 punti fino a raggiungere il cosiddetto livello ‘neutrale’ di politica monetaria che viene stimato intorno al 2-3%, a meno che l’inflazione non si mantenga a lungo a livelli così elevati.
La FED punta a “portare rapidamente il tasso di riferimento a livelli più normali, partendo dal presupposto che le condizioni economiche e finanziarie evolvono in linea con le aspettative”: per questo “è opinione diffusa nel Comitato di Politica Monetaria che ulteriori aumenti da 50 punti base dovrebbero essere sul tavolo nei prosismi due incontri”.
Lo afferma il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, in conferenza stampa dopo la riunione del comitato di politica monetaria che ha deciso di accelerare sul rialzo dei tassi federali e di avviare il processo di riduzione del bilancio. Powell sottolinea come “le decisioni saranno guidate dai dati in arrivo e dall’evoluzione delle prospettive per l’economia”: in ogni caso “continueremo a comunicare il nostro pensiero il più chiaramente possibile”.
Foto di Sharon McCutcheon
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