Categorie: Economia

I cattivi maestri danno il via alla chiusura della Sanità Pubblica

di Luigi Basso – Le lobbies delle privatizzazioni hanno messo da anni gli occhi sulla sanità pubblica italiana, un settore dove le cifre in ballo sono enormi (circa 200 miliardi se si considera, oltre alla spesa diretta, quella indiretta e la leva assicurativa) ed i profitti assicurati.


A questo occorre aggiungere il fatto che l’Italia è un Paese vecchio, con una prospettiva sul lungo termine (i prossimi trenta/quaranta anni) di un ulteriore avanzamento dell’età media della popolazione: più una persona invecchia e più ha bisogno di cure, assistenza, medicinali, e così via.


Va anche considerato che la stragrande maggioranza dei servizi che rendono un utile, un tempo in mano allo Stato, sono stati privatizzati (quelli in perdita, ovviamente, non interessano alle lobbies della privatizzazione): la sanità pubblica è rimasto l’ultimo, grosso e polposo, boccone su cui gettarsi.


In passato le campagne per lo smantellamento della sanità pubblica sono state condotte in modo subdolo, parlando di altro, cercando di arrivare all’obiettivo per vie traverse, esaltando i casi di malasanità o di corruzione in ambito sanitario, ma il tentativo non è riuscito del tutto: del resto, anche uno sciocco capisce che il privato cerca il profitto prima della cura del malato e questa constatazione insospettisce il paziente medio che dinanzi ad una scelta clinica avrebbe sempre il dubbio che sia stata motivata da esigenze di risparmio economico piuttosto che dalla ricerca della sua guarigione.


La situazione creatasi con l’epidemia di Covid costituisce, logicamente, per quelle lobbies una buona occasione da sfruttare per cercare di smantellare la sanità pubblica,. Del resto, del maiale (come di una bella crisi) non si deve buttare via nulla.


E così negli ultimi tempi, con una prevedibilità davvero stupefacente, sono stati veicolati sui media mainstream alcuni testimonial che, a proposito dei vaccini anti covid e di chi preferisce non sottoporsi al trattamento, invece di chiedere allo Stato di rendere obbligatorio per legge il vaccino anti covid, hanno iniziato a diffondere un ragionamento palesemente incostituzionale ed illegittimo, ma soprattutto maligno: chi non si vaccina si mette consapevolmente in una situazione di rischio di contagio e, quindi, qualora si ammalasse di Covid 19 e la sua situazione richiedesse il ricovero, dovrebbe pagarsi le cure mediche.


Lasciando stare da parte quello che dice la Costituzione, che ormai non interessa più a nessuno, la malignità dell’argomentazione risiede nel fatto che è diretta, volutamente o meno, a smantellare la sanità pubblica.
Infatti, se il discorso sul vaccino contro il Covid 19 è valido, allora si dovrà far pagare l’ospedale alla persona grassa che ha deliberatamente continuato a mangiare dolci ed è stata colta da infarto perché si è messa in una situazione di rischio, allora si dovranno far pagare le cure mediche al motociclista che è caduto superando deliberatamente i limiti di velocità poiché si è messo in una condizione di rischio, allora anche il 50 enne che non ha fatto gli screening di salute consigliati e si è beccato un tumore, essendosi messo in una situazione di rischio, dovrà pagarsi l’intervento chirurgico e le cure, allora anche lo sciatore incauto che fa l’incidente dovrà pagarsi l’ospedale perché è stato imprudente, allora, allora e allora i casi sono infiniti.

Insomma, se passasse il discorso veicolato dai media, la sanità pubblica sarebbe smantellata in poco tempo.

Luigi Basso

Luigi Basso - Avvocato civilista

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