di Gigi Cabrino – “Mancano all’appello soprattutto tecnici Ict, progettisti di software, ma anche autisti di camion, operai edili, elettricisti, meccanici, idraulici”.
È il risultato di una ricerca condotta dalle imprese di Confartigianato.
“Per la più alta percentuale di difficoltà di reperimento nel 2022 sono in testa le professionalità dell’ambito digitale e dell’Ict: progettisti e amministratori di sistemi (difficile da trovare l’83,9% del personale richiesto dalle imprese, pari a 3.750 lavoratori) e analisti e progettisti di software (è ‘scoperto’ l’80,8% dei posti offerti dalle imprese, pari a 10.760 professionalità). Mancano anche 13.200 tecnici programmatori, il 66,8% del totale necessario”.
“In valore assoluto- prosegue Confartigianato – i lavoratori che scarseggiano di più sul mercato del lavoro sono gli autisti di mezzi pesanti e camion (85.490 i lavoratori difficili da reperire nel 2022, pari al 56,7% del totale richiesto dalle piccole imprese), seguiti dagli operai edili (80.620 i lavoratori che non si trovano, pari al 46,2% del totale necessario alle aziende), elettricisti nelle costruzioni civili (41.460 posti scoperti, equivalenti al 63,4% del totale dei lavoratori da assumere), idraulici (ne mancano 22.550, pari al 70,1% di quelli necessari), acconciatori (vacante il 50,1% dei posti pari a 21.290), meccanici e riparatori di automobili (non si trovano 20.850 lavoratori, pari al 69,9% di quelli richiesti dalle imprese)”.
Per la confederazione degli artigiani ” a livello regionale, la situazione più critica per le assunzioni delle piccole imprese si è registrata in Friuli Venezia Giulia con il 49,6% dei posti di lavoro difficili da ‘coprire’. Seguono Trentino Alto Adige (49,5%), Umbria (48,6%), Piemonte e Valle d’Aosta, (47,7%), Veneto (47,5%), Emilia Romagna (45,7%) e Lombardia (44,9%)”.
“Per trovare personale nel 2022 le imprese hanno impiegato in media 3,3 mesi, ma i tempi si sono allungati a 4,7 mesi per gli operai specializzati: per 96.350 di queste figure professionali qualificate occorre oltre 1 anno di ricerca”.
“La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è la conseguenza di una molteplicità di fattori: dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro. Per questo, la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro. Notevole è l’impegno, nell’artigianato, ad investire su una contrattazione collettiva di qualità che, con l’obiettivo di fidelizzare i lavoratori alle imprese, prevede anche importanti tutele di welfare bilaterale” .
“Alle elezioni amministrative dell’8 e del 9 giugno, Italia Viva ha una linea molto chiara:…
Gli Stati Uniti hanno condiviso prove "sbalorditive" con il Regno Unito al culmine della pandemia…
"L'Amministratore Delegato della Società Stretto di Messina Ciucci, dovrebbe dire la verità agli italiani, e…
Gentile direttore sono un ex iscritto al partito Lega Nord. All'inizio di questa segreteria ero…
"Ancora una volta vediamo Milano bastonata dall’amministrazione di sinistra, che con il pretesto ambientale fa…
L'Italia ha "chiesto di sospendere l'accordo di Schengen con la Slovenia per il rischio di…
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
Leggi tutto