Serve un accordo con gli Usa sulla questione dazi, ma in ogni caso “nulla tornerà come prima”. Ne è convinto l’ex presidente della Bce, Mario Draghi. Parlando al XVIII Cotec in corso a Coimbra, in Portogallo, ha sottolineato come “il vasto ricorso ad azioni unilaterali per risolvere le controversie commerciali e la definitiva privazione del diritto di voto dell’Organizzazione mondiale del Commercio hanno minato l’ordine multilaterale in un modo difficilmente reversibile. E queste recenti azioni dell’amministrazione Usa nel campo commerciale “colpiranno sicuramente l’economia europea. E anche se le tensioni commerciali si attenuassero, è probabile che l’incertezza persista e agisca da ostacolo agli investimenti nel settore manifatturiero dell’Ue”.
Quasi un quinto del nostro valore aggiunto totale, sottolinea, “proviene dalle esportazioni, il doppio rispetto agli Stati Uniti. Oltre 30 milioni di posti di lavoro sono sostenuti dalle esportazioni, pari a circa il 15% dell’occupazione. Inoltre, registriamo un ampio avanzo delle partite correnti di circa il 3% ogni anno, il che implica che, in termini netti, assorbiamo domanda dal resto del mondo”.
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