di Marcus Dardi – Da un anno a questa parte, nei vari notiziari, si parla sempre più spesso, ma ancora troppo poco, di sviluppo sostenibile, grande reset, svolta digitale e green economy.
Molto probabilmente nel programma del nuovo governo a guida Mario Draghi, troveremo alcuni di questi argomenti. Tutto parte dall’ONU.
Vale la pena quindi, di parlare dell’Agenda 2030 redatta dall’ONU.
Il nome intero di questo documento è molto significativo ed il suo titolo per esteso è: “Trasformare il nostro Mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il documento pone 17 obiettivi, validi per tutti i paesi del mondo, per raggiungere uno Sviluppo Sostenibile e uno sviluppo economico e sociale per l’intero pianeta.
L’agenda, ratificata da tutti i 193 Paesi membri dell’ONU comprende: la lotta contro la povertà, contro la fame, il diritto alla salute e all’istruzione, l’accesso all’acqua e all’energia, il lavoro, i cambiamenti climatici, la tutela dell’ambiente, i modelli di produzione e consumo, le uguaglianze di genere e sociali, i temi della giustizia e il bisogno di Pace.
L’elenco dei 17 punti è già di per sé molto chiaro ed esplicativo. Ogni suo punto meriterebbe pagine e pagine di commento, ma la sola lettura dell’elenco è sufficiente per poter ritornare a sorridere con la speranza nel cuore.
Eccolo:
Questo lavoro parte da molto lontano. Parte infatti dal 1972 quando a Stoccolma si svolse la prima conferenza ONU sull’ambiente.
Seguirono poi il “Summit della Terra” di Rio de Janeiro nel 1992, la “Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile, ancora a Rio e nel 2012, fino ad arrivare al 2013 dove, nella sede ONU di New York, si è formato il gruppo di lavoro per lo sviluppo sostenibile.
La frase che più ha colpito il mondo intero è stata quella pronunciata e ripetuta innumerevoli volte dal segretario delle Nazioni Unite Ban-Ki-Moon in carica dal 2007 al 2016. L’illustre diplomatico sud-coreano, infatti, amava spesso ricordare al Mondo che: “Non abbiamo un piano B perché non esiste un pianeta B”.
Le ultime due crisi economiche, gravissime, del 2008 e del 2020 hanno dato il colpo di grazia ad un modello economico errato nelle sua fondamenta.
E’ giusto quindi ripensare tutti i modelli di sviluppo, sperando che sia la competenza, oggi più che mai, ad assegnare incarichi e lavori.
Il Mondo del lavoro si trasformerà nel brevissimo tempo in modo radicale e dobbiamo accettare quest’idea confidando nel buon senso.
Un mondo nuovo, più giusto e più equo si delinea all’orizzonte, il cammino sarà sicuramente molto lungo e molto difficile, ma percorrerlo, ne vale sicuramente la pena.
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