Categorie: Cultura

Columbus Day: rimosse le statue dell’esploratore. Politicamente corretto impone le regol

Non ci sarà quest’anno a New York ed in decine di altre città americane la “Columbus Day Parade”, la tradizionale sfilata con cui ogni anno negli Stati Uniti si ricorda il 12 ottobre, quella che un tempo veniva chiamata la scoperta dell’America. E’ l’emergenza Covid ad aver spinto ufficialmente il sindaco Bill de Blasio e gli altri colleghi di Chicago, Cleveland, Pittsburgh ed altre città ad annullare la sfilata e magari trasformarla, come nel caso di New York, in un evento virtuale. Ma in realtà mai come quest’anno la già da tempo diventata controversa festa che ricorda l’italiano più famoso d’America, Cristoforo Colombo, e che per questo gli italoamericani sentono e difendono come la celebrazione della propria comunità, è sotto assedio. E decine di stati e città americane hanno cambiato la festa del 12 ottobre, dedicandola alle Popolazioni indigene.

Quest’anno poi il Columbus Day cade in una vigilia elettorale incandescente, che arriva dopo che decine di statue dell’esploratore genovese sono state abbattute, decapitate o sfregiate durante le proteste esplose nei mesi scorsi dopo l’assassinio di George Floyd. Ed altre sono state rimosse per decisione delle autorità locali che hanno ordinato di rimuovere pacificamente nel rispetto delle istanze da tempo avanzate da chi considera Colombo responsabile del genocidio delle popolazioni native.

Le proteste contro la violenza della polizia ed il razzismo sistematico hanno infatti rilanciato un più vasto movimento contro i simboli del genocidio dei nativi e dello schiavismo che sono alla base della storia americana. Non sono state prese di mira solo le statue dei generali confederati – che va ricordato che sono dei simboli identitari quanto mai attuali per i gruppi suprematisti e razzisti americani – ma anche quelle di Colombo, dei missionari spagnoli Junipero Serra e Juan de Onate, accusati di aver preso parto al genocidio delle popolazioni native americane condotte della potenze coloniali. Nel proclama per il Colombus Day, che ogni anno il presidente americano pubblica alla vigilia della festa, Trump si scaglia contro “gli estremisti che stanno minando l’eredità” di questo “grande, intrepido, eroe italiano” e li accusa di revisionismo storico. Ma la critica alla figura storica di Colombo e quindi l’opposizione al Columbus Day non è ad appannaggio solo dei gruppi estremisti che ne attaccano le statue, e sono molti gli stati che non celebrano la festa federale.

Redazione

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