Categorie: Cultura

Privacy, preoccupati per Immuni ma impazziti per FaceApp che ci archivia i volti

di Cassandra – Certo che è strano il mondo. Il dibattito sulla sicurezza dell’App Immuni ha tenuto banco per settimane. L’adesione al rallentatore del sistema di tracciatura dice tutto.

Poi però non si esita a consentire ad una applicazione, FaceApp, di acquisire la nostra immagine. Prima lo avava fatto giocando sulla nostra trasformazione in vecchi, ora trasformando il nostro sesso. Un selfie femminile diventa il nostro io al maschile e viceversa. Ed è boom.

La app russa, nata dalla creatività della Wireless Lab di San Pietroburgo fondata e diretta da un ex manager di Yandex, sta spopolando.

Bene fa chi ricorda che sulla rete “pasti gratis” non ce ne sono. Una piccola riflessione magari andrebbe fatta prima di giocare così facilmente sull’identità. Specialmente se non ci sono dibattiti che pongano qualche domande.

Forse Vittorio Sgarbi avrebbe da dire: capre! Probabilmente sì.

faceapp
FaceApp
Questioni diverse, si dirà. Vero: il primo è un giochino per quanto raffinato e per molti divertente, basato sui deepfake generati dall’intelligenza artificiale, il secondo rischia di costringerci all’isolamento se ci arriva l’infausta notifica (che sarebbe un obbligo civico, in tempi come questi) e ci lega all’attesa, forse lunga, di un tampone. Bene (anzi, malissimo) ma volendo anche lasciare da parte questo confronto, come si spiega la nostra memoria cortissima su questi argomenti, questo continuo ritmo sincopato con cui periodicamente caschiamo nell’app a dir poco “paludosa”, ce ne tiriamo indietro rapidamente e poi ci ricaschiamo dopo qualche mese, alla prima feature (forse) spassosa?

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FaceApp non forniva informazioni specifiche su quale sorte toccasse alle foto degli utenti. Aveva dato generiche rassicurazioni della serie “non condividiamo i dati con terze parti“ e “non li trasferiamo in Russia”, assicurandone la cancellazione entro 48 ore. Adesso, almeno, queste rassicurazioni sono state messe nero su bianco nella policy relativa alla privacy. Vi si certifica infatti che le immagini saranno usate appunto solo per fornire il servizio, saranno eliminate in due giorni e c’è una sezione dell’informativa dedicata agli utenti europei, che così possono richiederne la cancellazione anche prima delle 48 ore.

faceapp
FaceApp
La quasi certezza tuttavia è che nessuno abbia ripreso a usare FaceApp perché rassicurato dalle nuove policy sulla riservatezza. Sfido chiunque a sostenere di essersi sottoposto all’immancabile scambio di genere che sta avvelenando Instagram e Facebook perché al corrente di questo aggiornamento. Semplicemente, il trenino è ripartito e di nuovo, in un domino del passatempo online trainato da influencer e vip ma anche dalla zia simpatica, ci siamo precipitati di nuovo a scaricarla o riaprirla. Come di nuovo precipiteremo in qualche soluzione del genere fra qualche mese o settimana.

Stefania Piazzo

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