di Sergio Bianchini – Dalle profondità del vuoto di idee e dal terrore per la imminente perdita del potere il vaso ideale del PD ha generato un’idea mostruosa e veramente carica di sapori dittatoriali.
Si, l’idea dell’asilo obbligatorio. Unendo la gratuità all’obbligo il PD procede a schiacciasassi nella subdola azione di demolizione della famiglia e nella gigantesca dilatazione dei posti di lavoro nella scuola.
Tutti i bambini tolti di forza ai genitori fin dai tre anni finirebbero in mano al CETO DOCENTE DI STATO che è visto e trattato dal PD come un esercito al suo servizio.
Infatti sta promettendo soldi proprio agli insegnanti statali e prosegue così nella ormai pluridecennale seduzione economica del ceto medio meridionale che gli era in parte sfuggito con l’ascesa dei 5 Stelle.
5 Stelle, ovvero i figli conseguenti del vento meridionalista postcomunista su cui il PCI-PD ha campato per quasi 50 anni.
La distruzione della scuola materna tradizionale che era in grandissima parte gestita dalle suore negli asili cattolici o anche delle grandi aziende e dai comuni è cominciata proprio nel ’68. Progressivamente l’asilo statale si è imposto per la gratuità e per la riduzione dei costi comunali. E intanto il personale è diventato prevalentemente statale cioè pari a circa il 65%.
Nelle materne con circa 1 docente ogni dieci alunni ci sono circa 160 mila insegnanti. Non fruiscono del servizio circa 90.000 famiglie.
La non obbligatorietà è pero fondamentale per garantire ai genitori un margine di discrezionalità familiare sia nell’utilizzo, che può variare da periodo a periodo o da anno ad anno e anche a una rinuncia in caso di insegnanti negativi.
L’obbligatorietà toglierebbe alle famiglie qualunque margine di discrezionalità creando una situazione unica al mondo.
Se il PD sta impazzendo allora forse è bene che si “disintegri”.
Foto di Piero Nigro
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