“In questo momento abbiamo 90mila positivi, con 5mila degenti in ospedale, quindi il 6%. A marzo e aprile i ricoverati erano il 25%. Molti di questi oggi hanno sintomi lievi. Altri in terapia intensiva dopo sei o sette giorni vengono trasferiti perché hanno superato la fase acuta, segno che abbiamo imparato a fare diagnosi tempestive, e le cure sono migliorate grazie a cortisonici, eparine, e un antivirale come Remdesivir, che va somministrato quanto prima. Poi ci sono i ricoveri sociali, anziani accolti in ospedale con Coronavirus anche perché vivono soli, e non hanno nessuno che li accudisce”.
Così Giorgio Palù, già presidente della Società europea di virologia, virologo di chiara fama, in una intervista al quotidiano.net, ripresa e commentata sui social dal prof Ruben Razzante, fondatore del portale www.dirittodellinformazione.it
“Non mi stancherò mai di ripetere che noi cittadini abbiamo il dovere di rispettare le norme di distanziamento e contenimento ma anche il dovere di non alimentare il panico e la paura, che annullano le nostre libertà e indeboliscono la democrazia.
I dati citati dal professor Palù sono quelli ufficiali del Ministero. Anche lui ritiene che la contabilità quotidiana che ci viene fornita sia fuorviante e vada superata. L’operazione trasparenza dovrebbe partire dalle istituzioni e coinvolgere tutto il mondo dei media. Solo in questo modo sarà possibile procedere alla graduale revisione dei protocolli che attualmente fanno di tutta l’erba un fascio, a prescindere dall’entità della carica virale, dalla durata e serietà dei singoli ricoveri e dalle specificità dei singoli casi. Una politica ALTA non si limita a restrizioni e divieti ma sa anche costruire le condizioni per una diversa vivibilità e una piena cittadinanza, tanto più in tempi di Covid. Garantire il diritto alla salute è la priorità, ma è importante anche la modalità di questa garanzia. Ed è fondamentale tutelare anche tutti gli altri diritti, non ultimi il lavoro e l’iniziativa economica, che danno dignità alla persona, come recita la Costituzione. La responsabilità della politica non può esaurirsi in un coprifuoco o in un lockdown“.
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